Permessi in scadenza e domande d’asilo respinte per gli sbarcati a Lampedusa. Il sottogretario: “Sono tanti, ci sarà considerazione specifica. Ma dobbiamo fare i conti con le risorse disponibili”
Roma – 13 aprile 2012 – “C’e’ la volontà di affrontare e cercare di risolvere la questione dei tunisini sbarcati a Lampedusa. Si tratta di un problema rilevante, perché i nuclei di persone sono stati tali da comportare una considerazione specifica di questa vicenda. Il governo italiano segue con attenzione questo problema, che troverà sicuramente una soluzione”.
Lo ha affermato Saverio Ruperto, sottosegretario all’Interno, intervenuto ieri a Roma alla conferenza di presentazione della campagna di comunicazione “Gente di Dublino” dedicata ai richiedenti asilo. Il riferimento è ai nordafricani sbarcati in Sicilia lo scorso anno: quelli arrivati entro aprile hanno avuto un permesso umanitario ora in scadenza, gli altri si sono visti respingere le domande di protezione internazionale e ora rischiano il rimpatrio.
“Non si puo’ nascondere – ha aggiunto Ruperto – che dietro a tutto questo, dietro a ogni iniziativa, c’e’ necessariamente il ‘salvadanaio’, e, quindi, bisogna fare i conti con le risorse che si hanno. Anche questa e’ una componente che incidera’ sulla scelta”.
Il progetto “Gente di Dublino” – cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno – gestito dal Consiglio Italiano per i Rifugiati con Europe Consulting e l’Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni Europee (AICCRE), ha lo scopo di fornire un’informazione capillare sul Regolamento Dublino, (un insieme di normative comunitarie che hanno l’obiettivo di determinare qual e’ lo Stato competente per la richiesta d’asilo) e sulla sua concreta applicazione.
Secondo Ruperto il ‘sistema Dublino’ “ha rivelato le sue lacune e va in qualche modo migliorato. Miglioramenti del regolamento che dovrebbero riguardare, innanzitutto, il piano applicativo, per evitare una sorta di competizione fra Stati nel cercare di evitare di farsi carico del problema”. “Non dipende esclusivamente da noi: ciascun paese dovra’ dare il suo contributo. Un altro elemento, a mio avviso al quale si deve cercare di trovare una soluzione e’ il risultato dell’applicazione di questo sistema, che a volte discrimina alcuni aventi diritto rispetto ad altri. Questo pone nel nulla l’obiettivo della legge”.
“Non e’ un segreto che la comunità degli enti per i rifugiati è critica rispetto a questo regolamento. Molte volte si rivela uno strumento sbagliato che causa sofferenze, separazioni familiari e dispendio di tempo. Attraverso questa campagna abbiamo pensato di fornire informazioni ai richiedenti asilo per metterli a conoscenza inprimo luogo dei loro diritti” ha sottolineato il direttore del Cir Christopher Hein.
“La clausola piu’ importante – ha proseguito – soprattutto se consideriamo il fatto che il 90% degli immigrati entra nel nostro Paese in modo irregolare, e’ quella che considera il primo Paese di approdo quello competente in merito alla richiesta d’asilo. E’ per questo motivo che i Paesi come l’Italia, che hanno frontiere esterne, vengono penalizzati rispetto a quelli che non ne hanno. Sono questi ultimi quelli maggiormente interessati a mantenere il sistema in piedi”.