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Autocertificazioni. Gli immigrati possono aspettare

Slitta di sei mesi la possibilità di utilizzare “dichiarazioni sostitutive” anche per permessi di soggiorno e altre pratiche della burocrazia dell’immigrazione. Emendamento alla legge di stabilità

Roma – 17 dicembre 2012 – La semplificazione, per gli immigrati, può aspettare. Anche per i primi sei mesi del 2013 i cittadini stranieri dovranno allegare certificati originali alle domande per i permessi di soggiorno o alle altre pratiche che li riguardano, senza poter ricorrere all’autocertificazione, come invece fanno italiani e i comunitari per tutti i dati che la Pubblica Amministrazione è già in grado di verificare da sola.

Dal primo gennaio scorso è in vigore una norma che impedisce agli uffici pubblici di richiedere o rilasciare certificati da utilizzare nei rapporti con la Pubblica Amministrazione che contengono dati già in possesso di altri uffici pubblici. Questo ha esteso ulteriormente l’uso delle dichiarazioni sostitutive, cioè delle autocertificazioni.

Questa possibilità però non vale per “le speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero”. Significa che i disoccupati che chiedono un permesso per attesa occupazione devono continuare a presentare il certificato di iscrizione al collocamento e agli studenti serve quello dell’università per rinnovare il loro permesso.

La scorsa primavera, con la legge sulla semplificazione, il Parlamento aveva però deciso di eliminare quell’eccezione a partire dal 1 gennaio 2013, in modo da dare il tempo al ministero dell’Interno e  a quello per la Pubblica amministrazione di definire come far acquisire d’ufficio i dati a Questure e Prefetture. Proprio il collegamento tra banche dati sembrava infatti l’ostacolo principale all’autocertificazione nella burocrazia dell’immigrazione.

A quanto pare, il tempo non è bastato. E ora un emendamento alla Legge di Stabilità presentato dai relatori in commissione Bilancio al Senato fa slittare di ulteriori sei mesi la possibilità per i cittadini stranieri non appartenenti a un Paese dell'Ue di ''utilizzare le dichiarazioni sostitutive''.

Elvio Pasca
 

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