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Avvenire: “Reato di clandestinità errore umano e giuridico”

Il giornale dei vescovi italiani: “Governo e Camere non potranno ignorare la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue”

Roma, 29 aprile 2011 – La sentenza della Corte di giustizia che ieri ha stabilito che l’Italia non puo’ punire con la reclusione gli immigrati irregolari che non rispettino l’ordine di abbandonare il Paese e’ una decisione su un “reato impossibile” ed e’ importante perche’ ha posto “il sigillo di un’ufficialita’ che i giudici italiani saranno tenuti ad osservare. E che, evidentemente, governo e Camere non potranno ignorare”.

Lo sottolinea il quotidiano della Cei, ‘Avvenire’, in un editoriale a firma di Danilo Paolini. Il quotidiano dei Vescovi rileva come questa sentenza “tocca da vicino il diritto incancellabile di qualsiasi persona alla propria dignita’”.E ci da’ anche un monito: “elencando le circostanze considerate ai fini della sua deliberazione, ricorda che ‘la direttiva 2008/115 non e’ stata trasposta nell’ordinamento giuridico italiano’.

Riparare a questa inadempienza – evidenzia il quotidiano della Cei – (come da piu’ parti, da tempo, si chiede) significhera’, inevitabilmente, adeguarsi alla sentenza di ieri. Il reato di clandestinita’ e’ un grave erropre, umano e giuridico”.

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