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Bagnasco: “Troppe ambiguità nel ddl sicurezza”

Nuove critiche dai vescovi al governo dell’immigrazione, "respingimenti inadeguati"

Città del Vaticano – 25 maggio 2009 – Il pacchetto sicurezza approvato alla Camera contiene ancora ambiguità mentre i respingimenti slegati da una politica migratoria complessiva rimangono un provvedimento inadeguato rispetto al problema. È quanto ha affermato nel pomeriggio di oggi il cardinale Angelo Bagnasco in merito alla politica sull’immigrazione messa in atto dal nostro Paese.

Secondo il cardinale anche se e’ necessario mettere in chiaro diritti e doveri, non è sufficiente una risposta fondata solo sull’ordine pubblico per governare il fenomeno immigrazione che interessa il nostro Paese; sul piano dell’integrazione inoltre sono necessarie in primo luogo alcuni misure sociali: ”ovviamente il posto di lavoro e una dimora minimamente dignitosa, ma tutto ciò, anche quando è assicurato, non basta”.

In un senso più generale è giusto lavorare a un dialogo interculturale che dia vita a una nuova e arricchita identità del nostro Paese a partire però da quelle che sono le sue leggi e le sue tradizioni, per questo è necessario costruire nuovi patti di cittadinanza. ”Bisogna evitare – ha detto Bagnasco – il formarsi di enclave etniche, perchè così non solo si scongiurano micro-conflitti diffusi sul territorio, ma si modifica la percezione che non di rado i connazionali hanno circa la presenza di stranieri”.

”Il territorio in senso antropologico – ha aggiunto Bagnasco – è salvaguardato quando c’è, insieme ad un fondamentale rispetto, un coinvolgimento orizzontale che provoca l’incontro tra famiglie di provenienza diversa, un’osmosi delle loro esperienze, e uno scambio di forme culturali nel rispetto delle leggi da parte di tutti. Guai a sottovalutare i segnali di allarme che qua e là si sono registrati nel nostro Paese”.

“E’ tempo – ha detto – che si approntino e si perseguano dei veri e propri ‘patti di cittadinanza’ per i quali un’evenienza epocale come l’ immigrazione cessa di essere una casualità e diventa occasione per un”identità arricchita’, in grado di accreditare anche dei riferimenti condivisi”.

Bagnasco ha dedicato poi alcune parole alla questione respingimenti. Ha osservato che, in mancanza di una visione complessiva delle diverse tematiche legate all’immigrazione, ”il singolo provvedimento finisce con l’essere fatalmente inadeguato se non lo si può collocare in una strategia più ampia e articolata che una nazione come l’Italia deve darsi a fronte di un fenomeno epocale come la migrazione di intere popolazioni.

“Al di la’ di ogni polemica – ha concluso il cardinale – per affrontare il problema immigrazione bisogna rispettare alcuni principi di fondo dai quale derivano tutti gli altri: la tutela della vita e della dignità umana, il rispetto dei diritti inalienabili dell’uomo. Bisogna sempre considerare il valore incomprimibile di ogni vita umana, la sua dignità, i suoi diritti inalienabili”.

”Accanto a questo valore dirimente ce ne sono altri, come la legalità, l’affrancamento dai trafficanti, la salvaguardia del diritto di asilo, la sicurezza dei cittadini, la libertà per tutti di vivere dignitosamente nel proprio Paese, ma anche la libertà di emigrare per migliorare le proprie condizioni da contemperare naturalmente con le possibilità d’accoglienza dei singoli Paesi, o magari solo per arricchirsi culturalmente”.

Maroni: "I respingimenti proseguiranno senza tentennamenti"
Intanto il ministro dell’Interno Roberto Maroni tiene la stessa linea dicendo che la politica dei respingimenti "e’ molto efficace nella lotta all’immigrazione clandestina e proseguiremo senza tentennamenti. È un deterrente molto efficace di contrasto, salva molte vite in mare e sta portando ad una drastica riduzione degli sbarchi". Maroni ha citato i diversi accordi, protocolli e trattati sulla cui base ha sottolineato che "l’Italia ha agito nel totale rispetto delle norme internazionali".

"Solo una politica lassista fa crescere la paura, l’ostilita’ e la diffidenza verso gli immigrati e provoca insicurezza all’origine dei respingimenti quotidiani nella vita delle nostre citta’, a scuola, sul lavoro e nei luoghi del tempo libero". Difendendo le scelte dell’esecutivo e del suo ministero in materia, Maroni ha ribadito che "solo la fermezza può creare le condizioni per una positiva gestione del fenomeno dell’immigrazione regolare", eliminando così la paura e "costruendo l’integrazione".

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