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Beppe Grillo, chiedi scusa ai pakistani (e vienici a trovare)

La battutaccia su Sadiq Khan ha offeso la nostra comunità. Noi siamo le prime vittime del terrorismo, facciamo saltare in aria solo i pregiudizi

 

Roma – 17 maggio 2016 – Beppe Grillo durante il suo show in giro per l’Italia lancia una battutaccia sul nuovo sindaco di Londra, musulmano e di origini pakistane, Sadiq Khan.

Il politico abilissimo nella comunicazione e ancora più tagliente nel suo terreno prediletto, la satira, si discosta da tutti i commenti favorevoli ad un sindaco allo stesso tempo musulmano, moderno, femminista e pro diritti civili, oltre che gay, affondando in quel timore che nessuno ha avuto il coraggio di pronunciare: il terrorismo. Infatti prima dice come sia un fatto positivo che sia stato votato in maniera così netta come primo cittadino di Londra, ma lo deride definendolo “un bangladesciano”, poi in coda, getta la provocazione dal sapore chiaramente xenofobo e islamofobo: “Voglio poi vedere quando si fa saltare in aria a Westminster…”.

La comunità pakistana in Italia esprime la sua indignazione per le sarcastiche battute del fondatore del movimento politico 5 Stelle. Come è possibile che un movimento composto da giovani generazioni dinamiche e intelligenti abbia permesso di insultare un sindaco che non ha nessuna colpa nei confronti di M5S? Prima di tutto Beppe Grillo dovrebbe decidere se essere un comico o un leader politico. In tutti i due casi non può insultare una persona che non conosce. 

Caro Grillo, Sadiq Khan non è bengalese, ma proviene da una famiglia umile e onesta di origine pakistana. Dal 1971 il Bangladesh non fa più parte del Pakistan, e i suoi cittadini sono bengalesi, non banglasciani. Sadiq Khan non ha bisogno di far saltare in aria Westminster perché l’ha già fatto!!! Lui, che racchiude un meraviglioso crogiuolo di identità: musulmano, pakistano, inglese, avvocato e padre ha già fatto saltare tanti tabù, pregiudizi e stereotipi. 

Io spero che un giorno anche in Italia faremo saltare questi preconcetti e slogan popolari che hanno animato i partiti xenofobi e islamofobi, e tra questi da oggi possiamo inserire anche il tuo. Mi rivolgo agli italiani per chiedere di non cadere nelle trappole del pregiudizio, ma di conoscere i loro vicini di casa pakistani, musulmani e di abbracciare la sfida per costruire un paese moderno arricchito da molteplici identità. Il pregiudizio, purtroppo, è il frutto dell’ignoranza e della chiusura. 

Non si può scherzare sul terrorismo in un momento storico come questo. I primi ad essere saltati in aria siamo stati noi pakistani! Dopo l’undici settembre sono stati uccisi più di centomila pakistani a causa di vari gruppi fondamentalisti. Ci sono tanti pakistani come me che sono scappati via dal Paese per salvarsi dai talebani. La nostra economia, politica e sicurezza è stata devastata dal terrorismo.

Spero che il M5S riesca a fare un passo indietro e chieda scusa a Sadiq Khan e a tutto il popolo musulmano e pakistano per questa battuta totalmente fuori luogo che specula in modo indegno sulle vittime del terrorismo.

La comunità pakistana è composta di gente onesta e laboriosa. Grillo, vienici a trovare !!!

In Italia vivono più di 130 mila pakistani che hanno percorso a ritroso la rotta di marco Polo. Hanno dimostrato di essere una comunità pacifica, grandi lavoratori e parte integrante di questo paese. Il Pakistan è un grande partner italiano nel settore economico, culturale. Un paese che vuole crescere, che sta puntando sul rilancio del turismo, che lotta ogni giorno contro terrorismo e merita sicuramente una satira più sagace.

Invitiamo quindi il sig. Grillo a visitare il nostro Paese, ad immergersi nella capitale culturale del Paese Lahore o nella modernissima Karachi, o a perdersi nei paesaggi spettacolari del Gandhara nel quale si sviluppano dal I al VII delle forme artistiche che mischiano le influenze greco-romane e il buddismo indiano. Ripercorriamo la via della seta per rintrecciare quei fili tanto sottili quanto importanti attraverso la tradizionale accoglienza e solarità che accomunano il popolo italiano e quello pakistano. 

Ejaz Ahmad
Mediatore culturale e giornalista

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