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Berlusconi apre al voto agli immigrati

"Apriremo discussione e stabiliremo i criteri". Ma la Lega avverte: "No a stramberie".

ROMA, 30 marzo 2008 – Il voto per gli immigrati fa esplodere la polemica nel centrodestra, dopo mesi di concordia pre-elettorale tra il Pdl di Silvio Berlusconi e la Lega di Umberto Bossi.

A far nascere il caso sono le parole del candidato premier collegato telefonicamente con i "Nuovi italiani", una associazione di immigrati che ha deciso di aderire al Pdl: "Prossimamente sotto il mio Governo ci sarà la discussione sulla concessione del voto amministrativo ai cittadini stranieri. Vedremo come fare per stabilire i criteri per riconoscere questo diritto di voto".

Non una novità, perché i criteri sono quelli già altre volte richiamati (conoscenza dell’italiano, competenze professionali, la condivisione dei "nostri modelli di vita") anche da Gianfranco Fini, oggi socio del Cavaliere nella sua nuova impresa politica. Ma tanto basta a provocare un deciso altolà della Lega Nord che, con Roberto Calderoli avverte: "Abbiamo fatto un patto su quello che è il contenuto del programma e delle stramberie come il voto agli immigrati non c’é traccia".

"La sindrome di Fini ha colpito anche Berlusconi", ironizza Daniela Santanché, candidata premier de La Destra, che aggiunge: "Prima di parlare del voto agli immigrati e magari prossimamente anche del Corano nelle scuole, secondo la ricetta di Fini, Berlusconi farebbe bene, come ripete da mesi La Destra, a garantire invece l’Italia agli italiani".

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