“Chi arriva ha diritto all’asilo, non possiamo ributtarlo indietro. Soccorsi e accoglienza costano all’Italia un miliardo al mese. Alfano o Renzi vadano a Bruxelles e ci restino lì fino alla soluzione”
Roma – 12 maggio 2014 – L’Italia non può gestire da sola i flussi di profughi, il governo dovrebbe obbligare l’Unione Europea a farsi carico dell’emergenza.
È la ricetta di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia che, intervistato oggi dal Tgcom, ha sostenuto che quando al governo c’era lui “questo problema non c’era più”. Merito, ha detto, degli accordi stipulati “con tutti gli stati nordafricani che si affacciano sul mediterraneo, in primo luogo la Libia”, attraverso i quali “fermammo completamente l’esodo”. Poi però il problema è riesploso, “per il seguito della primavera araba dove gli stati occidentali a partire dalla Francia hanno fatto dei disastri incredibili“.
Berlusconi ha detto che la situazione è “pericolosa” e che “dovremmo interessarcene come collettività mondiale soprattutto per quanto riguarda la Libia e la Siria, da dove partono molte persone per fuggire coi loro cari alla guerra, ai pericoli e per cercare un’esistenza migliore”. Persone che meritano “grande rispetto” e che per la maggior parte “hanno ragione di chiedere il diritto d’asilo e quindi non possono essere ributtate indietro”.
Senza citare fonti ufficiali, l’ex premier ha stimato il costo sostenuto dall’Italia, tra interventi in mare e accoglienza, “intorno a un miliardo al mese e quindi in un anno sarebbero dodici miliardi”.
“Che cosa si può fare? Bisogna assolutamente avere l’intervento dell’Europa. Sia l’intervento di mezzi, cioè navigli di altri Paesi dell’Unione Europea, sia un intervento di capitali e soprattutto un intervento di allocamento possibile di questi migranti nei vari Paesi. Bisogna fare delle quote, ogni paese deve essere venuto ad accogliere una certa parte delle persone che arrivano qui”.
Secondo Berlusconi, quello che è “un problema enorme e non sopportabile per l’Italia è un problema tutto sommato sopportabile dall’Unione Europea”, anche perché “la Sicilia non è soltanto la frontiera meridionale dell’Italia, ma è la frontiera meridionale dell’Europa”. “Un ministro capace o addirittura il presidente del Consiglio – ha concluso il leader di FI – devono andare a Bruxelles e stare lì finchè non risolvono la situazione”.