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Berlusconi: “reato di clandestinità è inapplicabile”

"Il carcere per i clandestini è una misura senza alcuna concretezza" ROMA, 4 giugno 2008 – "Sul tema del reato di clandestinità non ho fatto nessuna marcia indietro".

Silvio Berlusconi scandisce bene le parole per tornare su una questione che ha scatenato polemiche all’interno della maggioranza. Ma ribadisce le sue grandi perplessità sull’introduzione di questa misura.

Al termine della conferenza stampa congiunta con il presidente egiziano Hosni Mubarak, il premier conferma che quanto aveva detto ieri dopo l’incontro con Nicolas Sarkozy era la sua "opinione personale, già espressa nel dibattito precedente il varo dei provvedimenti e all’interno dello stesso Consiglio dei ministri".

Berlusconi sottolinea, infatti, che fu proprio grazie al suo intervento che il reato di immigrazione clandestina è sparito dal decreto legge, per essere inserito nel disegno di legge che verrà sottoposto al vaglio del Parlamento. Il Cavaliere, quindi, attacca duramente quei quotidiani che oggi parlano di una sua "retromarcia". "Sono – accusa – in assoluta malafede.

Ma Berlusconi va oltre, bollando il carcere per i clandestini una misura "senza alcuna concretezza". "Dovete immaginare – dice ai cronisti – che in Italia possono arrivare anche mille clandestini al giorno. A quel punto dovremmo prevedere magistrati capaci di esaminare tutti i loro casi e, quindi, carceri capaci di ospitarli. E’ un fatto – taglia corto – che non ha nessuna concretezza".

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