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Biague (PD): “Il centrodestra ignora gli immigrati perché non votano”

“La riforma della cittadinanza farà cambiare questo atteggiamento”. "La Bossi-Fini? Considera gli immigrati strumenti di lavoro da buttare via quando non servono più"

Roma – 22 gennaio 2013 – “La decisione del Partito Democratico di candidare i nuovi cittadini è certamente un segnale forte di cambiamento,  perché l’Italia è rimasta ferma per molto tempo”. Lo afferma Fernando Biague, il giovane psicologo e ricercatore, originario della Guinea Bissau, in corsa con in Pd per la Camera dei Deputati.

“Non si possono avere  popolazioni diverse nella società e poi ignorare questa diversità a livello politico. Avere nuovi italiani nel parlamento è una cosa positiva per l’Italia, per gli italiani e anche per gli immigrati. Purtroppo però, finchè gli immigrati non avranno il diritto al voto, continueranno ad essere ignorati da partiti come il PDL e Lega Nord,  che non cambieranno il loro atteggiamento”.

Secondo Biague, gli immigrati sono consapevoli e vogliono avere il diritto al voto. Suggerisce che bisogna ridurre il tempo richiesto per avere la cittadinanza ed è fiducioso che una riforma possa essere approvata dal centrosinistra nei primi cento giorni del suo governo. “In questo modo tanti potranno avere il diritto al voto acquisendo la cittadinanza”.

Per combattere il razzismo, ritiene che servano cultura e leggi.  “Lo strumento culturale aiuta a cambiare la mentalità lavorando sulle teste, attraverso gli incontri, dibattiti, feste, ecc. a livello locale per avvicinare le persone. Lo strumento normativo serve sempre come deterrente:  uno sa che se fa qualcosa di sbagliato sarà punito”.

Biague non risparmia la critica alla Bossi-Fini. “È  una legge che non doveva esistere. Ha peggiorato la condizione degli immigrati. Non ha una visione dell’immigrato come essere umano, lo considera uno strumento di lavoro che si può buttare via quando non serve più”. La nuova legge d’immigrazione “deve invece riconoscere che gli immigrati sono persone con diritti, non solo numeri”.

Per quanto riguarda i rifugiati, Biague propone di assisterli al punto di partenza, “creando strutture che possono valutare le richieste di asilo in posto”. Allo stesso tempo, afferma che “bisogna soccorrere le persone che sfuggono quando si trovano in difficoltà, senza lasciarli morire nel mediterraneo”.

E per i richiedenti asilo in Italia, suggerisce di snellire le pratiche burocratiche. “Non devono aspettare due anni per avere la risposta. Sono persone giovani e capaci di lavorare. Bisogna dare loro la possibilità di guadagnarsi da vivere”.

La scuola e l’università, dice, devono rendere accesso a tutte le possibilità a tutti gli iscritti a prescindere dalla nazionalità, senza discriminazioni e premiando il merito. Ricorda, ad esempio, di quando non ha potuto fare l’Erasmus perché non era cittadino Italiano: “Volevo andare in inghilterra a studiare l’inglese e la cultura inglese ma non ho potuto”.

Se sarà eletto in Parlamento, Biague aiuterà il governo ad adottare nuove politiche di cooperazione internazionale. “Il governo deve avere una nuova visione, investire più risorse nella cooperazione per poter intervenire ed evitare o fermare i conflitti. Gli interventi militari non risolvono i problemi, sono utili solo nel momento di emergenza, ma se non sopportati dagli altri interventi come istruzione, creazione di posti di lavoro, servizi sanitari, ecc. non ci sarà mai la pace”.

Stephen Ogongo Ongong’a
 

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