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Bloccati in Pakistan. “Non si torna in Italia con il cedolino del rinnovo del permesso”

Il caso. Dagli aeroporti pakistani la polizia non fa partire chi ha il permesso scaduto e la ricevuta della domanda di rinnovo. "In migliaia costretti a chiedere il visto di reingresso". L’ambasciata d’Italia a Islamabad: "Colpa del nuovo Schengen Border Code"

Roma – 27 febbraio 2014 – Da molti anni, i cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia che attendono il rinnovo del permesso di soggiorno possono viaggiare liberamente tra l’Italia e il loro Paese. L’importante, come si legge anche sul sito della Polizia di Stato, è che il viaggio non preveda scali in altri paesi Schengen e che portino con sé, oltre al passaporto, il permesso scaduto e la ricevuta della domanda di rinnovo, il famoso “cedolino”.

Questa  regola ha reso meno scomoda  l’attesa del permesso di soggiorno, consentendo a centinaia di  immigrati di tornare in patria per le vacanze o per urgenti motivi familiari. A quanto pare, però, non vale più per gli immigrati pakistani, una comunità di circa centomila persone.

Da qualche giorno ci arrivano in redazione segnalazioni come quella di Javed Akhtar, ex consigliere aggiunto e figura di riferimento per la comunità pakistana di Novellara, in provincia di Reggio Emilia: “Agli aeroporti di Islamabad e Lahore – racconta – la polizia non fa imbarcare per l’Italia chi ha il permesso scaduto e la ricevuta della domanda di rinnovo. Dicono che devono andare a chiedere un visto di reingresso al consolato  italiano”.

Non sono casi isolati. “Io personalmente conosco cinque persone bloccate – spiega Akhtar – ma mi hanno detto che quando sono andati al consolato hanno trovato tantissimi altri nella stessa situazione. A noi hanno detto che proprio dall’ambasciata italiana in Pakistan sarebbe arrivata la richiesta di bloccare chi tenta di partire solo con il cedolino. Una prassi mai vista finora” .

Anche Hayat Irfan, responsabile del centro lavoratori stranieri della Cgil di Carpi, conferma le dimensioni del problema. “Solo io ricevo ogni giorno una ventina di richieste d'aiuto da persone bloccate. Ci sono intere famiglie, lavoratori, studenti, che erano tornati in patria sicuri di poter rientrare senza problemi in Italia e ora sono costretti a chiedere il visto di reingresso. Il problema è che per averlo bisogna aspettare anche un mese”.

Da quando è scattata la nuova regola? “A quanto ci risulta, dall’inizio di febbraio. Eppure a chi chiedeva un permesso provvisorio prima di partire le Questure rispondevano che poteva uscire e rientrare in Italia anche con il permesso scaduto e la ricevuta della domanda di rinnovo. Nessuno è stato informato di questa novità e ora ci sono lavoratori bloccati in Pakistan che rischiano di perdere il posto perché non torneranno in azienda alla fine delle loro ferie”.

Stranieriinitalia.it ha contattato l’Ambasciata d’Italia a Islamamad. Ecco cosa ci ha risposto la Cancelleria Consolare: “È vero che si stanno verificando diversi casi di cittadini pachistani ai quali non e' consentito di partire con la ricevuta di richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Tale ricevuta non  e' ritenuta valida dal nuovo "Schengen Border Code" e per tale ragione si stanno verificato questi inconvenienti”.

“Tuttavia – continua la nostra rappresentanza diplomatica – il problema lo stiamo risolvendo per ora caso per caso con il rilascio di un visto di re-ingresso per coloro che hanno provveduto a chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno entro i termini previsti dalla normativa. Non è quindi una disposizione dell'Ambasciata, ma piuttosto a seguito dei controlli effettuati all'aeroporto”.

Stamattina abbiamo chiesto chiarimenti, tramite l’ufficio stampa, alla Direzione Immigrazione e Polizia delle Frontiere del Ministero dell’interno e siamo in attesa di una risposta. Intanto, sta nascendo un caso diplomatico.

“La nostra ambasciatrice in Italia ha chiesto alle autorità italiane di risolvere questa situazione, almeno facendo rientrare subito i nostri connazionali. Anche se regole sono cambiate, nessuno li ha avvisati prima di partire” dice a Stranieriinitalia.it Bashir Amrewala, presidente della Federazione del Pakistan in Italia.

“Gli appuntamenti per il visto di reingresso – segnala Amrewala –arrivano fino ad aprile. Intanto la Questura potrebbe convocare queste persone per integrare la loro domanda di rinnovo del permesso di soggiorno e, se non si presentano, rischiano di diventare irregolari”. Ma quante sono le persone bloccate? “Migliaia. A noi risulta che solo  ieri, in fila per il visto al consolato italiano, ce n’erano quasi cento”.

Elvio Pasca
 

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