Roma, 30 dicembre 2015 – “Siamo stati chiamati a fare di piu’ per le impronte digitali, per identificare le persone che arrivano: ritengo che sia giusto farlo, ma e’ anche vero che ci sono problemi a volte insormontabili, quando le persone si rifiutano di dare le impronte digitali perché vogliono raggiungere un altro paese, dove hanno magari parenti o migliori condizioni di accoglienza. E’ difficile utilizzare la forza e non credo che sia questo il modo”.
Lo ha osservato la presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando del tema dei migranti e dei richiedenti asilo ai microfoni di Sky Tg24, durante la sua visita a Scampia, nella periferia di Napoli. A giudizio della terza carica dello Stato “l’Europa sta vivendo una fase molto critica: sulla vicenda dell’immigrazione il presidente (della Commissione Ue, ndr) Juncker aveva proposto un’agenda che prevedeva, tra le altre cose, anche la suddivisione dei richiedenti asilo giunti in Italia e in Grecia, attraverso delle quote. Alcuni paesi si sono rifiutati di aderire a questo programma, ed e’ la prima volta che la Commissione europea prende in mano la situazione, pero’ poi non rifiutano i contributi dell’Unione europea”.
Per queste ragioni, ha spiegato ancora Boldrini, “ritengo che si debba arrivare a un meccanismo di condizionalita’, se non si accetta di fare la propria parte in un caso come questo, allora bisognera’ rivedere il sistema di distribuzione delle risorse. Cosi’ non funziona: in una famiglia ognuno fa la propria parte. La ricollocazione non funziona, e chiaramente anche per noi e’ difficile portare avanti il programma degli hotspot”.