Oltre 30mila in 10 anni. Ma secondo il codice civile se ci sono sospetti di infermità mentale per uno dei promessi sposi, il matrimonio non s’ha da fare
Roma – 28 aprile 2008 – Cresce l’immigrazione e con essa anche le coppie miste, che superano i 300 mila all’anno. E sarebbe un cambiamento positivo per una società che sta imparando a essere magnanima con la multietnicità, se non fosse per il relativo boom di matrimoni contratti tra anziani italiani e giovani straniere. Negli ultimi 10 anni sono stati oltre 30 mila i matrimoni tra uomini della terza età, cioè tra i 70 e gli 85 anni, single, vedovi o già divorziati con giovanissime straniere. E a questo fenomeno si aggiunge quello, molto più ampio nelle proporzioni, dei mariti anziani che lasciano le mogli, per andare a convivere con donne straniere.
I dati sono forniti dal presidente dell`associazione matrimonialisti italiani (Ami) Gian Ettore Gassani, dopo il provvedimento assunto dalla Procura della Repubblica di Bologna che tre giorni fa ha bloccato, per ordine del pm Valter Giovannini, il previsto matrimonio tra una badante romena di 44 anni e il suo datore di lavoro, 83enne. Il matrimonio, che si sarebbe dovuto celebrare il 25 aprile nel palazzo comunale del capoluogo emiliano, è stato fermato dal pm che, in base all’articolo 102 del codice civile, è obbligato a opporsi alle nozze se ci siano sospetti di infermità mentale per uno dei due contraenti matrimonio.
Se trattasi di uno degli escamotage più noti per avere la cittadinanza o di amore vero saranno i giudici a stabilirlo.
Gassani è duro nel giudicare il fenomeno: "Lungi da qualsivoglia moralismo nei confronti di chi intende rifarsi una vita a 80 anni, va da sé che tra le varie cause della crisi coniugale in Italia incida in maniera non irrilevante questo preciso fenomeno che, nella maggioranza dei casi, realizza vere e proprie circonvenzioni di incapaci. Ciò non significa che tutti i matrimoni misti tra anziani italiani e giovani straniere siano illeciti ma appare opportuno che tutte le autorità preposte verifichino preventivamente, attraverso perizie ed elementi utili alla ricerca della verità, la sussistenza di eventuali vizi del consenso a danno dell’anziano che contrae matrimonio con una giovanissima straniera".
Forse l’Ami ha ragione a preoccuparsi. Ma forse qualche coppia in buona fede, che davvero si ama, ci rimetterà il matrimonio per colpa della grossa differenza d’età. Una cosa è certa, anche in Italia – come in altri paesi dove il trucchetto ormai è ben noto – certe unioni non passeranno inosservate davanti agli ufficiali dello stato civile. Non resta che suggerire ai promessi sposi di appellarsi alla propria coscienza prima di imbattersi nel “Questo matrimonio non s’ha da fare” di qualche scrupoloso pm.