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Brambilla: “Cittadinanza in dieci anni non va cambiata”

"Individuare però percorsi per integrazione" Milano 12 maggio 2010 – ”Gestire il fenomeno dell’immigrazione è una priorità, è un fenomeno che è destinato a crescere e coinvolge tutto il Paese. La nostra opinione è che non si debba toccare il limite dei 10 anni per la cittadinanza ma invece si debba toccare la normativa per garantire un migliore percorso di integrazione”.

Questa l’idea sull’immigrazione di Michela Vittoria Brambilla, responsabile dei promotori della libertà e ministro del Turismo.

”Il nostro obiettivo e’ quello di trovare un punto di buon senso perche’ e’ necessario tutelare gli italiani ma allo stesso tempo e’ necessario accompagnare chi viene nel nostro Paese in un percorso che porti ad una vera integrazione. Per questo e’ necessario pero’ che gli immigrati – aggiunge la Brambilla – dimostrino la loro volonta’ di imparare la nostra lingua e di conoscere la nostra cultura e le nostre leggi. Anche lo Stato puo’ fare di piu’ aiutando questo percorso magari con corsi di formazione per gli immigrati”.

Il ministro Brambilla ha poi parlato del sondaggio condotto dall’istituto Piepoli per i ‘promotori della liberta” in cui vengono intervistati immigrati regolari e irregolari. Dal sondaggio emerge una scarsa conoscenza sia della lingua italiana, solo il 10% afferma di conoscere molto bene l’italiano, sia delle cultura che delle leggi in vigore in Italia. E’ evidente – conclude il ministro – che per ottenere la cittadinanza bisogna dimostrare di volere veramente integrarsi nel nostro Paese, concedere la cittadinanza non puo’ essere soltanto un atto notarile che viene dato con un timbro”.

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