Progetto di legge alla Camera. L’ "affiliazione religiosa" non sarebbe più una giustificazione
Roma – 6 ottobre 2009 – Vietato coprire il volto in pubblico per motivi religiosi.
La Lega Nord prova a bandire dall’Italia burqa e niqab. Lo fa con una proposta di legge, presentata stamattina alla Camera, che verrà probabilmente abbinata a quella della deputata Pdl Souad Sbai già all’esame della commissione affari costituzionali.
Anche questa proposta interviene sull’articolo 5 delle "Disposizione a tutela dell’ordine pubblico" (legge 22 maggio 1975, n. 152), secondo il quale: "È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. Il divieto si applica anche agli indumenti".
Cota e gli altri firmatari fanno sparire il "giustificato motivo", all’interno del quale potrebbero ad esempio rientrare l’osservanza di precetti religiosi, e anzi specificano che proprio la religione non può essere una giustificazione. Ecco come riscrivono la legge:
"E’ vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualsiasi altro mezzo atto a rendere impossibile o difficoltoso il riconoscimento della persona, intendendosi per difficoltoso ogni mezzo che non renda visibile l’intero volto, in luogo pubblico o aperto al pubblico, inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". Per i trasgressori scatterebbero pene severe: arresto da uno a due anni e con ammenda da 1.000 a 2.000 euro. È previsto, ma è facoltativo, anche l’arresto in flagranza.
Se la proposta leghista dovesse passare così com’è, sarà interessante verificarne gli effetti collaterali. Anche i maxi occhiali da sole non rendono visibile l’intero volto: finiranno fuori legge pure quelli?
Lega: "Priorità è sicurezza". PD: "È incostituzionale"
"Non siamo razzisti, non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti. La nostra proposta è assolutamente generale, come deve essere una legge" sostiene Roberto Cota, capogruppo della Lega Nord a Montecitorio.
La leghista Carolina Lussana punta il dito contro la clausola del "giustificato motivo", eliminata nella proposta di legge, che “è stato usata da diversi prefetti per annullare ordinanze fatte dai nostri sindaci. Tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini, per noi la priorità è la sicurezza" spiega la deputata.
Parla invece di "una norma incostituzionale che lede la libertà religiosa” la capogruppo del Partito Democratico in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, secondo la quale "si vuole colpire gli immigrati islamici nel loro intimo”.
"Come può una legge parlare di affiliazione religiosa? Le suore sarebbero affiliate? Come si può pensare di modificare una cultura con una norma?” chiede l’esponente del Pd, aggiungendo che "l’unico effetto dell’entrata in vigore di questa legge sarebbe quello di segregare in casa le donne islamiche. E’ una legge cattiva contro gli immigrati, ma soprattutto è una legge razzista e una legge contro le donne".
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Elvio Pasca