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Calenda sfida Tajani: “Proporremo lo ius scholae come richiesto da Forza Italia”

Roma, 26 agosto 2024 – Il dibattito politico italiano si infiamma nuovamente attorno al tema dello ius scholae, con Carlo Calenda, leader di Azione, che lancia un duro attacco al vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. In un post pubblicato su X (precedentemente noto come Twitter), Calenda ha dichiarato che Azione intende proporre in Parlamento lo ius scholae esattamente nei termini richiesti da Forza Italia, criticando aspramente l’atteggiamento del partito azzurro.

“Questo balletto sulla pelle di 560.000 ragazzi che studiano nelle nostre scuole è un tantino indecente”, ha scritto Calenda, esprimendo tutto il suo disappunto per quella che ritiene essere una gestione poco coerente e strumentale di una questione di primaria importanza.

Lo ius scholae, che prevede la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che hanno completato un ciclo scolastico in Italia, era stato indicato da Tajani e Forza Italia come una delle priorità del partito. Tuttavia, con la ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, la questione sembra aver perso centralità nell’agenda politica, diventando, secondo le parole di Calenda, “un accessorio”.

Questa mossa di Azione rappresenta un chiaro tentativo di mettere Forza Italia di fronte alle proprie promesse e di sollevare il dibattito su una legge che coinvolge un numero significativo di giovani nel paese. La sfida lanciata da Calenda potrebbe costringere il partito di centro-destra a chiarire la propria posizione e, soprattutto, a decidere se sostenere la proposta o rischiare di perdere credibilità agli occhi dell’opinione pubblica.

Il leader di Azione, noto per il suo approccio pragmatico e diretto, non è nuovo a scontri politici, ma questa volta la sua battaglia assume un significato particolarmente rilevante, dato il delicato contesto sociale ed educativo in cui si inserisce la proposta dello ius scholae.

Resta da vedere quale sarà la risposta di Tajani e di Forza Italia, e se il Parlamento italiano sarà finalmente in grado di affrontare in maniera costruttiva e risolutiva un tema così cruciale per il futuro di tanti giovani che, pur vivendo e studiando in Italia, continuano a non vedersi riconosciuti pieni diritti di cittadinanza.

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