Le conclusioni dell’indagine sul lavoro nero. "Regole difficili da applicare favoriscono il sommerso" Roma – 14 giugno 2010 – Bisogna investire sulla regolamentazione delle forme di impiego della manodopera straniera, poiché ”la presenza di lavoratori extracomunitari risulta significativa proprio in quei settori in cui si registra una percentuale più elevata di lavoro sommerso”.
E’ quanto scrive la commissione Lavoro della Camera nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul lavoro nero, presentato oggi a Montecitorio.
La commissione innanzitutto segnala come, a fronte di ogni riflessione, figuri il ”dato inconfutabile” che la richiesta attuale di manodopera viene considerata come non adeguatamente soddisfatta. Le stesse modalita’ di ingresso nel Paese ”risultano spesso di non facile applicazione e favoriscono il ricorso al lavoro sommerso (che riguarda sicuramente gli immigrati irregolari, ma in misura maggiore quelli regolari con lavoro stabile), ponendo con forza la questione relativa alle modalita’ di reclutamento di tale manodopera e a come regolamentarne la permanenza nel territorio”.
”Nel corso dell’indagine si e’ cosi’ prospettata la necessita’ – si legge nel documento – di semplificare le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno in favore dei lavoratori stranieri regolarmente presenti sul territorio italiano, agevolando la tempistica e le relative procedure e mettendo, altresi’, a disposizione delle imprese una quota di ingressi piu’ rispondente ai bisogni delle stesse”.
È emersa inoltre ”la preoccupazione di rendere piu’ costante e qualificata la presenza di lavoratori immigrati sul territorio, estendendo il periodo di soggiorno per ricerca di lavoro, in caso di sopravvenuta disoccupazione (oggi limitato a 6 mesi), ricollegando la decorrenza di tale proroga non al giorno del licenziamento bensi’ a quello della scadenza del permesso di soggiorno e rendendo meno probabile lo scivolamento di tali lavoratori verso condizioni di irregolarita’, anche attraverso il loro impiego in attivita’ di formazione”, scrive la commissione.
”Essenziale a tale riguardo risulta l’avvio di politiche sociali di integrazione adeguate, riguardanti gli alloggi, la formazione linguistica e scolastica, nell’ambito delle quali gli enti locali dovrebbero assurgere al ruolo di effettivi protagonisti”, raccomanda l’indagine.
Sempre in tema di semplificazione della normativa relativa al reclutamento della manodopera straniera, nel documento si segnala poi l’esigenza di ”introdurre modifiche alla normativa dei rinnovi dei permessi di soggiorno stagionali, attesa la particolare delicatezza di tali forme di attivita’ professionale, che, a causa dei periodi ristretti in cui si esercitano, rendono ancor piu’ problematica la tematica del reclutamento e della permanenza dei lavoratori stranieri, spesso costretti a migrare da una un territorio all’altro all’inseguimento delle campagne della raccolta”.