Il Garante dei detenuti del Lazio ha trovato un’intesa per sostenere la comunità
Roma – 21 dicembre 2010 – Migliorare le condizioni di vita dei detenuti marocchini reclusi nelle carceri del Lazio attraverso il monitoraggio delle situazioni e l’intervento nei casi di maggior disagio.
Sono questi gli scopi del Protocollo d’Intesa firmato dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni e Tilouani Eddaoudi, presidente dell’associazione volontaria “Alternativa culturale dei marocchini d’Italia”.
L’associazione ha tra i suoi compiti quello unire la comunità marocchina, tenendo vive le tradizioni culturali e religiose e operando per inserire i suoi componenti nella società.
"Nelle 14 carceri della Regione – scrive il Garante dei detenuti del Lazio in una nota – sono presenti 159 fra detenuti e detenute marocchini; a livello nazionale, i detenuti marocchini costituiscono la comunità più presente in carcere, rappresentando il 21% del totale dei detenuti stranieri in Italia".
"Nell’ambito della nostra attività istituzionale nelle carceri – ha detto il Garante – affrontiamo quotidianamente le difficoltà che vivono i detenuti stranieri. Si tratta di persone spesso sole, che comprendono pochissimo la nostra lingua e che hanno scarsissimi contatti sia con le loro famiglie nei Paesi di origine che con le rispettive rappresentanze diplomatiche e, per questo, scontano la pena in condizioni di estremo disagio materiale, spirituale e affettivo."
Un punto importante dell’accordo riguarda proprio la disponibilità del Garante a sostenere iniziative culturali, sociali e inerenti la formazione dei detenuti. In quest’ambito, lo scorso agosto, il Garante ha collaborato con l’associazione per organizzare i pasti e la preghiera, nel Ramadam, nelle carceri della Regione.