Roma, 26 giugno 2017 – E’ un “provvedimento da sostenere e favorire”. Ciò di cui parla in un colloquio con Avvenire il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, è il disegno di legge sulla nuova cittadinanza che con lo Ius soli temperato e lo Ius culturae sta infiammando la politica. In mezzo a prese di posizione più o meno arroventate e a tratti demagogiche, “l’unico vero sommo bene da difendere è la persona umana”, sottolinea Bassetti alla vigilia della Festa di Avvenire che si apre oggi a Matera e che lo vedrà ospite giovedì.
“Perché la Chiesa è in prima linea da molto tempo, non certo da oggi, senza bisogno di riflettori e di prime pagine, per favorire una politica di integrazione che vada nell’interesse di tutti: dei migranti e di chi accoglie. Nell’interesse di tutti, lo voglio sottolineare con forza”, afferma il cardinale. Ciò che sta a cuore alla comunità ecclesiale e deve essere riferimento per l’intera società è l’”uomo integrale che si manifesta in ogni istante della vita: nel concepimento e nella nascita, nella scuola e nel lavoro, nelle migrazioni e nella morte”, osserva il presidente della Cei.
“E potremmo andare avanti facendo mille esempi – aggiunge – per dire solo un’affermazione banale che oggi, però, merita di essere urlata a squarciagola: la cultura della vita va difesa sempre”. Cultura della vita che va declinata anche guardando ai migranti. “Un ospite ha bisogno di essere accolto e di essere curato. Al centro di tutto si colloca la carità, che può essere sviluppata in due modi. Una carità cristiana che ha come unica destinazione la persona umana sofferente. E una carità politica, come diceva Paolo VI, che è sinonimo di sviluppo, di integrazione e di accrescimento del Paese che accoglie”.