Roma – 30 maggio 2011 – Dallo scorso dicembre, la conoscenza elementare della lingua italiana è diventata indispensabile per prendere il permesso ce soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno.
Il requisito è dato per scontato se si ha un diploma di scuola secondaria preso in Italia o per chi ha frequentato qui corsi di laurea, master o dottorati. Lo stesso vale per chi ha frequentato un corso di lingua italiana e sostenuto un esame finale presso un Centro Territoriale Permanente (le scuole pubbliche che organizzano corsi per adulti), grazie quale ha conseguito un titolo che attesta il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al “livello A2”.
Negli altri casi, ci sono due possibilità per dimostrarlo: o si supera un test organizzato dagli sportelli unici per l’immigrazione nei Centro Territoriali Permanenti o si presenta un certificato di conoscenza dell’italiano almeno a “livello A2” rilasciato dalla Società Dante Alighieri, dalle Università per Stranieri di Perugia e Siena o dall’Università degli Studi di Roma Tre.
Proprio su questi certificati c’era un po’ di confusione, così il Ministero dell’interno, qualche giorno fa, ne ha inviato i fac-simile a tutte le Questure, insieme a delle schede con caratteristiche e modalità di rilascio (è possibile scaricare tutto dai link in fondo all’articolo). I certificati vengono rilasciati solo a chi supera esami riconosciuti dai quattro enti, un punto sul quale conviene quindi conviene informarsi bene prima di iniziare un corso di italiano.
Intanto, si può fare anche un primo bilancio sui primi esami di italiano gestiti da Sportelli Unici e CTP, partiti lo scorso febbraio.
Finora li hanno sostenuti ventimila candidati in tutta Italia, con un tasso medio di bocciature di poco superiore al 13%. A guardare però i dettagli provinciali, pubblicati due settimane fa dal Sole 24 Ore, pare che gli esami siano più o meno difficili (o i candidati più o meno preparati) a seconda della provincia italiana in cui si svolgono. Così, se a Torino, Roma e Napoli si conta oltre il 95% dei promossi, a Venezia e Vicenza si scende intorno al 70%, a Verona addirittura al 65%.
Dati, questi, che suggerirebbero qualche riflessione in più sull’effettiva uniformità di test e criteri di valutazione lungo lo Stivale.
Elvio Pasca
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Il chiarimento del Ministero dell’Interno
Fac-simile e dettagli certificato Società Dante Alighieri
Fac-simile e dettagli certificato Univ. per stranieri di Perugia
Fac-simile e dettagli certificato Univ. per stranieri di Siena
Fac-simile e dettagli certificato Univ. Roma Tre