Il movimento dei estrema destra presenta il suo simbolo al Viminale. Nel suo programma c’è il blocco dei flussi migratori, o quote assegnate tenendo conto di “fattori etnici, sociali, culturali e religiosi"
Roma – 11 gennaio 2013 – Anche Casapound Italia correrà alle elezioni politiche. Oggi ha depositato il suo simbolo al ministero dell’interno e ha un programma che dedica un intero capitolo all’immigrazione.
Il movimento di estrema destra parla di “sviluppo reale delle differenze, oltre una società multi razzista”, e ritiene l’immigrazione “uno dei principali vettori di sradicamento e impoverimento sociale, culturale ed esistenziale a danno di tutte le popolazioni coinvolte, siano esse ospiti o ospitanti”. Gli immigrati sarebbero una “risorsa” solo “per i partiti progressisti e per le associazioni cattoliche”, “per Confindustria e per il padronato, primi beneficiari di questa economia neoschiavista”.
Casapound sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione con le i paesi d’Origine (è la linea dell’”aiutiamoli a casa loro” sposata spesso anche dalla Lega Nord) ma intanto chiede il “blocco dei flussi migratori”. Così come la sospensione degli accordi di Schengen sulla libera circolazione in Europa, per evitare che “schiavi e delinquenti” si spostino dal “terzo mondo interno verso le zone economicamente più avanzate del continente”.
Il programma prevede anche l’istituzione di un organismo che controlli “che non persistano favoritismi nelle zone sociali attualmente investite dall’ondata d’immigrazione”. Così come l’abolizione dei Centri di identificazione ed espulsione “contestualmente al rimpatrio dei clandestini”.
Casapound però, alla fine, ammette che “flussi d’entrata possono comunque rendersi indispensabili in alcune contingenze economico-sociali”. Ma per regolarli propone “quote che tengano conto dei fattori etnici, sociali, culturali e religiosi dominanti nella realtà di origine”. Passaggio, quest’ultimo, che tradisce più apertamente il profilo razzista del progetto politico del movimento sull'immigrazione.
Elvio Pasca