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Caserta: chiusura delle indagini su presunte irregolarità nei progetti di integrazione per migranti

Roma, 21 novembre 2024 – La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha concluso un’indagine sui presunti illeciti legati agli affidamenti di progetti di integrazione per migranti, finanziati per un totale di sei milioni di euro dal Comune di Caserta. L’inchiesta, che riguarda attività svolte nel triennio 2017-2019, ha coinvolto 17 persone indagate, tra cui figura l’ex dipendente comunale oggi in pensione, Matteo Palmisani, suor Rita Giarretta, legale rappresentante delle Suore Orsoline, e membri di rilievo del centro sociale Ex Canapificio di Caserta, una delle principali associazioni locali impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti.

Secondo la Procura (guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni con il sostituto Anna Ida Capone), gli indagati avrebbero falsificato documenti per ottenere l’affidamento di progetti nell’ambito dello Sprar (oggi noto come Siproimi), un sistema che mira a supportare i richiedenti asilo attraverso corsi di lingua, formazione professionale e percorsi scolastici per favorire l’inserimento nella società italiana.

Le due associazioni principali coinvolte, l’Ex Canapificio e la comunità Casa Rut, gestita da suor Giarretta, avrebbero ricevuto il sostegno decisivo di Palmisani, che avrebbe facilitato l’approvazione delle domande di finanziamento presentando documenti ritenuti non veritieri. Tale operazione avrebbe permesso al Comune di Caserta, in qualità di ente capofila per i servizi sociali, di assegnare i progetti alle associazioni coinvolte. I reati contestati agli indagati includono truffa, estorsione e falso.

L’origine delle indagini

L’inchiesta ha preso avvio dalla denuncia di un ex operatore ghanese del Centro sociale Ex Canapificio, licenziato in seguito all’accusa di appropriazione indebita di beni dell’associazione. Dopo il licenziamento, l’uomo è stato a sua volta denunciato dai vertici del centro, ma la sua segnalazione ha innescato le verifiche che hanno portato a svelare il presunto sistema illecito.

L’Ex Canapificio e Casa Rut erano realtà di spicco nell’accoglienza dei migranti nel casertano, con sportelli dedicati e progetti di inclusione sociale e lavorativa. Tuttavia, secondo gli inquirenti, la gestione dei fondi pubblici destinati a tali attività sarebbe stata caratterizzata da gravi irregolarità.

Prossimi sviluppi

La conclusione delle indagini segna un passaggio cruciale, ma sarà il processo a stabilire eventuali responsabilità e chiarire le dinamiche dei fatti contestati. Intanto, l’inchiesta mette sotto i riflettori il sistema di gestione dei fondi per l’integrazione dei migranti e le sfide nel garantire trasparenza e correttezza in un settore così delicato.

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