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Caserta, la denuncia al sistema accoglienza: “In 14 in una casa senza riscaldamento”

Roma, 13 febbraio 2023 – Non solo la gestione degli arrivi dei migranti fa acqua da tutte le parti, ma anche il sistema di accoglienza ha delle falle molto preoccupanti. A Caserta, infatti, i profughi beneficiari del Sai sono costretti a vivere al freddo, senza riscaldamento, senza cibo, in mezzo a insetti e sporcizia. “Da tre mesi e 12 giorni non ci viene data assistenza medica adeguata, non riceviamo più i pocket money che sarebbero i 3 euro al giorno e viviamo in un appartamento con soli due bagni, ma siamo in quattordici. Non è vita dignitosa questa, sicuramente non è integrazione”, ha denunciato Cherif Brahim Abdrahman, un ragazzo di 19 anni.

Migranti, a Caserta in 14 in una casa con un solo bagno

La sua non è l’unica denuncia arrivata. Almeno altre 10 persone infatti hanno segnalato le condizioni precarie delle case di accoglienza gestite da un Raggruppamento temporaneo di imprese composta da Innotec, Esculapio e Format. E la mancanza di fondi costringe i migranti a chiedere l’elemosina fuori dai centri commerciali quando non riescono ad andare alla Caritas. Insomma: la situazione è tragica. “Nella casa di via Forgione a Caserta, vicino via Ferrarecce, dove viviamo, i medici che vengono a trovarci non lavorano, alcuni ragazzi sono malati, ma non vengono portati in ospedale. Dobbiamo aspettare che muoiano? Il nostro è un centro di accoglienza per l’integrazione, ma cosa ci dovrebbero far fare esattamente per integrarci?”, si chiede Cherif. Lui, che a breve compirà 20 anni, è una promessa del calcio e attualmente gioca in prima categoria con la squadra del Marcianise.

L’appalto è stato ottenuto dalla Rti il 20 ottobre del 2020 fino al 31 dicembre 2022. Nonostante sia scaduto, e nonostante la mancanza di fondi dal Ministero dell’Interno, il servizio proseguirà fino a quando non si capirà come gestire la situazione in modo diverso. Al momento, infatti, solo a Caserta si trovano 105 migranti di età compresa tra i 19 e i 30 anni. Gli operatori, gli educatori e i dipendenti amministrativi in servizio nelle cooperative invece sono solamente 12. Tra l’altro la denuncia non è nuova: già l’estate scorsa il consigliere comunale Raffaele Giovine, esponente di Caserta Decide, aveva presentato una segnalazione ai carabinieri per evidenziare le carenze riscontrate durante una visita ispettiva.

Proprio in quell’occasione furono trovati insetti, elettrodomestici guasti, servizi igienici e caldaie rotte. “Abbiamo due bagni per 14 persone, è umano tutto questo? Chi prende i soldi destinati a noi?”, aveva domandato giustamente uno dei migranti. In queste condizioni, per riuscire a sopravvivere alcuni si aprono al lavoro nero. Anche perchè a quanto pare nessuno riceve nemmeno il kit igiene, o i soldi per il vestiario. Ora il caso è nelle mani della magistratura, e si spera che presto le cose potranno cambiare. La posizione del governo rispetto a migranti e immigrazione, tuttavia, non fa sperare nel meglio.

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