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Caso Open Arms: chiesti sei anni di carcere per Matteo Salvini. Reazioni politiche e internazionali

Roma, 15 settembre 2024 – Dopo una requisitoria durata sette ore, i Pm di Palermo hanno chiesto una condanna a sei anni di carcere per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per aver impedito nel 2019, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti dalla nave spagnola Open Arms a Lampedusa. Secondo l’accusa, l’allora ministro avrebbe agito non nell’interesse della sicurezza nazionale, ma per aumentare il proprio consenso elettorale, trattenendo illegalmente i migranti a bordo della nave in condizioni che peggioravano di giorno in giorno.

La richiesta di condanna ha scosso il mondo politico italiano, suscitando reazioni sia di sostegno che di condanna. Matteo Salvini ha replicato con fermezza alle accuse: “Mi dichiaro colpevole di avere difeso l’Italia e gli italiani, mi dichiaro colpevole di avere mantenuto la parola data”. Ha poi aggiunto: “Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa e processato per avere difeso i confini del proprio Paese.”

A fianco di Salvini si è subito schierata la premier Giorgia Meloni, che ha espresso piena solidarietà all’ex ministro: “Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo”. Anche il vicepremier Antonio Tajani ha definito la richiesta di sei anni “irragionevole” e priva di fondamento giuridico, sostenendo che Salvini ha semplicemente adempiuto al suo dovere di ministro.

L’accusa dei Pm si basa su una ricostruzione diversa. Salvini, secondo i procuratori, avrebbe agito autonomamente, assumendo tutte le decisioni relative allo sbarco e spostando la gestione della questione migratoria dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione al suo ufficio di gabinetto. L’assenza di una minaccia concreta a bordo della Open Arms, come terrorismo o altre emergenze, avrebbe reso illegittima la decisione di trattenere i migranti in mare. “Nel nostro ordinamento i diritti umani prevalgono sulla protezione della sovranità dello Stato”, ha dichiarato il sostituto procuratore Geri Ferrara, ribadendo che la salvezza delle persone in mare deve sempre avere la priorità, indipendentemente dal loro status.

Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha criticato l’intervento della premier Meloni, giudicandolo inopportuno e in violazione del principio di separazione dei poteri. “Il rispetto istituzionale imporrebbe di non commentare processi aperti”, ha dichiarato Schlein.

Oltre ai leader italiani, anche personalità internazionali hanno preso posizione. Il controverso imprenditore Elon Musk ha duramente attaccato i magistrati di Palermo, definendo la richiesta di condanna come “pazzesca”, e affermando che il pubblico ministero dovrebbe essere lui stesso incarcerato per sei anni. Salvini ha risposto a Musk su X, ringraziandolo per il sostegno. Anche la leader del Rassemblement National francese, Marine Le Pen, ha espresso solidarietà a Salvini, condannando quello che ha definito un tentativo di “far tacere” l’ex ministro.

A favore di Salvini si è schierata anche l’avvocata Giulia Bongiorno, che ha respinto le accuse di sequestro di persona e ha sottolineato come l’ex ministro abbia sempre agito nel pieno rispetto delle leggi e con attenzione alla salute dei migranti. L’avvocato ha inoltre accusato i Pm di politicizzare il processo, criticando il loro approccio come una valutazione della linea politica del governo Conte piuttosto che degli atti amministrativi.

In attesa della replica delle difese, prevista per il 18 ottobre, e della sentenza entro la fine dell’anno, il caso Open Arms rimane uno dei procedimenti più discussi in Italia, con forti implicazioni non solo legali ma anche politiche. Il processo mette al centro questioni fondamentali come la gestione dell’immigrazione, la protezione dei confini e i diritti umani, in un contesto che continua a dividere l’opinione pubblica.

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