in

Cécile Kashetu Kyenge: “I diritti fondamentali vanno garantiti a tutti, immigrati inclusi”

La candidata del Pd alla Camera: “Se una parte della popolazione non li ha, poi verranno tolti anche agli altri. In Italia serve un cambiamento culturale"

Roma – 22 febbraio 2013 – Bisogna garantire i diritti fondamentali a tutti in Italia. Quando parte della popolazione non li ha, prima o poi li perderanno anche gli altri.

Ne è convinta Cécile Kashetu Kyenge, candidata PD alla Camera, che in una lunga intervista a Theafricanews.com (qui la versione integrale) illustra i punti chiavi delle riforme sull’immigrazione, l’asilo, la cittadinanza e il lavoro che il centro sinistra vuole realizzare se vincerà le prossime elezioni.

Sta nascendo una nuova classe dirigente che ha come protagonisti i nuovi cittadini. Crede sia l’inizio di un nuovo e vero cambiamento in Italia?

Il lavoro portato avanti nel Forum immigrazione nazionale del PD, e quindi all’interno dello stesso partito, ha segnato l’inizio di un cambiamento in seno alla piena partecipazione politica dei migranti residenti in Italia. È solo un punto di partenza: bisogna accompagnare il Paese verso un vero cambiamento culturale, verso l’istituzione di un patto di convivenza e coesione sociale che deve nascere da azioni quotidiane basate sul rispetto e sulla conoscenza dell’altro, e sostenute da scelte politiche chiare che annullino il razzismo istituzionale di cui la nostra legislazione è intrisa.

Lega Nord e  PDL attaccano il PD per il suo impegno a riformare subito la legge sulla cittadinanza. Dicono che il vostro partito si sta occupando principalmente degli immigrati, e non degli italiani e i loro problemi. Che risponde?

Innanzitutto il tema dell’immigrazione è trasversale e comprende diversi ambiti della nostra società: riguarda gli italiani come i migranti, soprattutto se lo si coniuga al tema più ampio della garanzia dei diritti fondamentali. Serve, appunto, un cambiamento culturale basato sull’estensione dei diritti fondamentali ad ogni cittadino poiché se una parte della popolazione ne viene privata, di lì a poco vi sarà una retrocessione nella garanzia dei diritti anche per gli altri.

La legge sulla cittadinanza è un riconoscimento di ciò che è già di fatto avvenuto nel paese: sono infatti quasi un milione i minori, figli dei percorsi migratori dei genitori, che vivono in Italia e che rappresentano il nostro futuro. Si deve riconoscere la nuova Italia che si è venuta a formare in questi ultimi anni garantendo cittadinanza e piena partecipazione dei nuovi cittadini anche con il diritto di voto amministrativo. Il mio intento è di arrivare un giorno a parlare di cittadini tout court senza il bisogno di aggiungere l’origine di provenienza.

Cosa pensa della legge Bossi-Fini? È da modificare o buttare via come ha suggerito qualcuno?

Noi proponiamo la totale revisione della legge in materia di immigrazione rivedendo ed abrogando completamente la Bossi-Fini.

L’Italia oggi vive una crisi economica profonda, con tantissime persone che perdono il posto di lavoro. Cosa farete per salvare l’occupazione?

Servono riforme strutturali sul diritto dei lavoratori cambiando le modalità contrattuali vigenti, dando maggiori garanzie e tutele. Contrastare quindi la precarietà rovesciando le politiche attuali derivate dagli errori del centro destra e della riforma Fornero: dagli esodati alla lotta alla precarietà, fino ad una maggiore gradualità sulle pensioni. Combatteremo, inoltre, l’idea di una competitività giocata solo sull’abbassamento dei diritti e delle condizioni lavorative, introdurremo misure fiscali a sostegno dell’occupazione femminile e giovanile e un maggiore sostegno con misure quali l’estensione degli ammortizzatori sociali e il reddito minimo garantito.
 

Come si può combattere effettivamente il razzismo in Italia?

Il razzismo si combatte da un lato sul piano culturale, cambiando gli atteggiamenti con nuova forma di convivenza civile, poi, modificando il linguaggio con strumenti quali la Carta di Roma. Dall’altra parte rafforzeremo legge Mancino per farla applicare maggiormente.

Ogni anno muoiono nel mediterraneo migliaia di persone che cercano di arrivare in Europa. Come si può risolvere questo problema?

Rafforzando i nostri contatti con i paesi di origine e rendendo più sicuro il visto di ingresso che deve essere più regolare e riconvertibile sia per la ricerca del lavoro, sia per altre categorie: ad esempio penso a un’estensione della carta blu che permette l’ingresso di professionalità specializzata. A questo fine abbiamo proposto la compilazione di una database delle professionalità su scala nazionale in modo da valutare in modo specifico le esigenze di ingresso anche fuori dalle quote.

I rifugiati in Italia spesso sono abbandonati al loro destino, senza nessun tipo di aiuto. Sono persone che hanno già sofferto troppo, hanno rischiato anche la vita per arrivare qui. Come garantire loro una vita dignitosa?

La politica italiana sull’ asilo si contraddistingue nell'assenza di una vera legge organica in materia: un nuovo governo dovrà costruire una politica comune di ingresso e soggiorno, nonché politiche di promozione della mobilità ancorate a nuovi partenariati con i paesi di origine e transito. L’Ue sta ridisegnando la legislazione in materia di accoglienza, dovrebbe avere un livello elevato di garanzie e includere la cooperazione nella gestione dell'immigrazione, ma soprattutto il sostegno ai processi di democratizzazione, alla lotta contro la povertà, allo sviluppo economico e sociale dei paesi coinvolti.

Stephen Ogongo Ongong’a

Leggi l'intervista integrale su Theafricanews.com

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Emergenza Nord Africa. CIR: “Incerto il futuro dei profughi, il governo ha fatto poco e tardi”

Seble Woldeghiorghis: “Io in Comune? Il segno dell’Italia che cambia”