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Centri d’espulsione. Maroni: “Tardi per rimediare allo stop della Camera”

Il ministro dell’Interno: "Senza una soluzione, il 26 aprile usciranno più di mille clandestini". "Accordi Ue per i rimpatri" Roma – 17 aprile 2009 – Secondo il ministro dell’interno Roberto Maroni, "il tempo è poco" per trovare una soluzione dopo che la Camera ha bocciato la proroga a 180 giorni del trattenimento dei clandestini  nei Centri di identificazione ed espulsione.

Ieri Maroni si è recato in Tunisia insieme  al capo della polizia prefetto Antonio Manganelli "per cercare di  rimediare al voto del Parlamento che ha cancellato al proroga per il  trattenimento nei Cie. Se non si trova una soluzione, il 26 aprile, purtroppo,  saremo costretti a rimettere in libertà oltre mille clandestini"avverte Maroni a margine della conferenza Panmediterranea sull’immigrazione clandestina e sulla sicurezza delle frontiere esterne-.      

"Invece di essere rimpatriati,  saranno liberi perchè la Camera  ha bocciato la nostra proposta di prorogare a sei mesi il  trattenimento. Un fatto molto grave e molto negativo -rileva Maroni- a cui stiamo cercando di rimediare con tutti gli sforzi possibili. Il  tempo e’ poco, cercheremo di fare il possibile".

Tra il 2008 e gli inizi del 2009, sottolinea Maroni,  il fenomeno dell’immigrazione clandestina ”ha fatto registrare un  forte incremento dai Paesi africani e soprattutto dalla Libia”.  L’Italia ”sta affrontando uno sforzo straordinario” per gestire il  fenomeno ma e’ necessario ”sostituire la fase degli accordi  bilaterali con una nuova fase, che veda la Ue protagonista e  controparte di queste intese”.

Secondo il ministro, la politica degli accordi  bilaterali tra Paese e  Paese  ”va sostituita come una nuova fase di protagonismo da  parte della Commissione europea”. Gli accordi per il rimpatrio degli irregolari, infatti, sono per Maroni "la strada maestra per governare le dinamiche dei fenomeni  migratori" e non a caso il nostro Paese ha stipulato già 30 intese  di questo tipo.

"La strategia degli accordi bilaterali – ribadisce il ministro – rischia di non bastare più. Bisogna evitare una sorta di ‘selezione’ da parte delle  associazioni criminali per individuare il Paese europeo verso il quale indirizzare i flussi migratori. Serve un’ottica nuova, più  complessiva ed è per questo che Italia, Cipro, Malta e Grecia  spingono affinchè la Commissione europea preveda iniziative che  rendano più efficace la politica europea sull’immigrazione".        

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