Amato firma due direttive per riqualificare i centri e aprirli alle visite. Soppresse le strutture di Brindisi, Crotone e Ragusa
ROAM – Non si aspetterà il lungo iter della riforma dell’immigrazione per migliorare le condizioni dei cittadini stranieri ospitati nei centri di permanenza temporanea, accoglienza e identificazione e per far diventare finalmente più trasparenti queste strutture.
Una direttiva firmata oggi dal ministro dell’Interno sopprime i Centri di permanenza temporanea ed assistenza di Brindisi, Crotone e Ragusa che, come anticipava stamattina lo stesso Amato, "sono di troppo". Viene inoltre avviato un approfondito studio sulle altre strutture, in vista "di ulteriori, eventuali, soppressioni o della riqualificazione, anche in funzione di una diversa missione istituzionale". Prefetture ed enti locali verranno coinvolte in queste valutazioni, e particolare attenzione sarà dedicata alle strutture di Torino, Bologna, Modena e Gradisca d’Isonzo (Gorizia).
Secondo quanto spiega il Viminale, finiranno sotto la lente anche i Centri di identificazione, dove le "misure di sicurezza saranno ricondotte ad una doverosa proporzionalità, in relazione alle finalità dei Centri medesimi". Verranno infine riqualificati i Centri di accoglienza, grazie a progetti finalizzati al "miglioramento degli standards di ospitalità attualmente previsti, con particolare attenzione al rispetto dei diritti e della dignità delle persone e garantendo, altresì, l’unità dei nuclei familiari."
Una seconda direttiva invita invece i prefetti a rivedere i criteri per l’accesso ai Centri, "garantendo la più ampia trasparenza e conoscenza dell’attività e dei servizi resi agli ospiti", purchè questo non crei intralcio al funzionamento delle strutture e si rispetti la privacy dei cittadini stranieri.
Porte aperte per i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie internazionali e nazionali (come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e la Croce Rossa Italiana) e per Sindaci, Presidenti di Provincia e Presidenti di Giunta e di Consiglio Regionale. Le associazioni private attive nel sociale "saranno ammesse a svolgere specifiche attività di assistenza sulla base di convenzioni con gli enti locali o con i Prefetti". Giornalisti e fotocineoperatori potranno infine accedere sulla base di un’autorizzazione rilasciata dai Prefetti, che dovranno però prima consultare gli enti che gestiscono le strutture interessate.
(24 aprile 2007)
EP


