Il Centro italiano per i rifugiati critica il decreto approvato dal governo ROMA, 24 settembre 2008 – "Ora non c’é altro da fare che limitare il danno. Non ci resta che vedere nella prassi come saranno applicate le nuove norme sui richiedenti asilo".
A commentare così il decreto approvato dal governo è il direttore del Cir (Centro italiano per i rifugiati), Christofer Hein, sottolineando che l’asilo è un diritto costituzionale e che l’Italia non ha ancora una legge ad hoc. Hein giudica "preoccupanti" alcune novità. Come i limiti agli spostamenti di chi attende la decisione sull’asilo ("sarà la prefettura a decidere caso per caso. Hanno già tanto lavoro, come faranno anche con questa nuova competenza?") e l’ eliminazione dell’automatismo a rimanere in Italia in caso di ricorso; anche qui sarà "il giudice a decidere caso per caso. Può capitare anche ad iracheni o afghani, paesi in cui c’é un conflitto e il seguire un ricorso non è poi così semplice".
Queste norme – aggiunge Hein – che creeranno problemi ai richiedenti asilo. Negativo anche il fatto che chi chiede asilo e non ha un soggiorno regolare "può finire in un centro di detenzione". Per Hein, il provvedimento vuole limitare gli abusi: "eppure in Italia il 55% dei richiedenti alla fine ottiene la protezione, è una delle più alte percentuali nell’ Ue. L’abuso non ha sostegni dai numeri". In realtà, a suo avviso, "si vuole scoraggiare l’arrivo in Italia dei veri rifugiati. Si criminalizzano le persone. Eppure, l’asilo è un diritto costituzionale. Fra l’opinione pubblica, invece che un soggetto di diritti è indicato come criminale".