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Circoncisione negli ospedali pubblici

Sperimentazione in Liguria dopo le richieste delle comunità straniere. Ticket da 100 euro

Genova – 7 luglio 2008 – In Liguria i bambini musulmani, ebrei o di altre religioni e culture che prevedono l’asportazione del prepuzio potranno essere circoncisi nelle strutture sanitarie pubbliche. L’operazione verrà effettuata in day hospital, quindi senza occupare posti letto, pagando un ticket di 100 euro.

Si partirà con una sperimentazione di anno, approvata venerdì scorso dal Consiglio regionale, che coinvolgerà complessivamente 120 bambini con meno di 14 anni e per la quale sono stati stanziati  90mila euro. Dopodiché la circoncisione dovrebbe entrare tra le normali attività degli ospedali della Regione e sarà finanziata dal budget sanitario ordinario.

La Regione si è mossa dopo le richieste delle comunità straniere che praticano la circoncisione rituale e che fino ad oggi si sono dovute rivolgere alle cliniche private o alle “mammane”. Il servizio sanitario nazionale garantisce infatti la circoncisione solo quando si rende necessarie a causa di malformazioni o malattie.

“Visto che si tratta di prestazioni di carattere sanitario non correlate alla presenza di una patologia abbiamo previsto una partecipazione economica dei cittadini alla spesa quantificata in 100 euro a prestazione” ha spiegato l’assessore alla Salute, Claudio Montaldo, promotore dell’iniziativa. 

L’obiettivo è garantire che gli interventi vengano fatti da personale qualificato, rispettando tutte le norme di igiene e sicurezza. Anche perché, ha sottolineato Montaldo, un’operazione fatta male potrebbe avere “conseguenze negative sulla salute, con possibili aggravi nei costi sanitari derivanti dal trattamento delle eventuale complicanze".

In realtà, le conseguenze possono essere anche molto più gravi. All’inizio di giugno, a Treviso, un bambino di pochi mesi, figlio di una coppia di cittadini nigeriani,  è arrivato privo di vita in ospedale a causa di un’emorragia dopo una circoncisione fatta in casa.

EP 

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