Roma, 20 maggio 2025 – Potrebbero essere oltre un milione e quattrocentomila i cittadini stranieri che, in caso di approvazione del referendum dell’8 e 9 giugno, acquisirebbero il diritto a richiedere la cittadinanza italiana in tempi più brevi. A dirlo è il Centro Studi e Ricerche Idos, che ha diffuso una stima dettagliata dei possibili beneficiari della riforma proposta, basandosi su dati aggiornati e criteri realistici.
Attualmente, la legge italiana (la n. 91 del 1992) prevede che uno straniero non comunitario possa diventare cittadino italiano dopo 10 anni di residenza continuativa. Il referendum chiede di abrogare questa norma, riportando il termine a 5 anni, com’era previsto dalla legge del 1912, rimasta in vigore per ben 80 anni. Un ritorno al passato che, però, avrebbe effetti molto attuali.
Secondo Idos, tra i regolarmente residenti in Italia, ci sarebbero 1 milione e 420 mila persone potenzialmente coinvolte dalla riforma. Di questi, 1 milione e 136 mila sono adulti con permesso di soggiorno di lunga durata. I restanti 284 mila sono minori: 229 mila con lo stesso tipo di permesso dei genitori e 55 mila che diventerebbero cittadini per trasmissione automatica, se i genitori ottenessero la cittadinanza grazie al nuovo requisito temporale.
Il numero dei beneficiari, secondo il centro studi, è calcolato escludendo alcune categorie che, pur presenti in Italia, non rientrerebbero nei criteri della riforma. Tra questi ci sono i cittadini dell’Unione Europea, già ammessi alla cittadinanza dopo 4 anni di residenza, ma anche cittadini di Paesi extra-Ue che non permettono la doppia nazionalità. Inoltre, viene esclusa una parte della popolazione straniera che, pur risiedendo da molti anni, non soddisfa i requisiti economici o abitativi richiesti per la domanda.
La platea individuata da Idos rappresenta più di uno straniero su quattro tra quelli residenti legalmente in Italia. E sebbene siano state considerate anche ipotesi massime e minime, la cifra finale, 1,42 milioni di persone, è quella ritenuta più realistica per stimare l’effetto della riforma.
Questa proiezione, concreta e documentata, mostra come il referendum non sia solo una questione simbolica o ideologica, ma potrebbe avere un impatto profondo sul futuro civile e demografico del Paese, offrendo una via più accessibile alla cittadinanza per molti stranieri che vivono, lavorano e crescono in Italia da anni.