Rallenta la crescita dei residenti stranieri, anche perché sono sempre più numerosi quelli che diventano cittadini. Il report dell’Istat
Roma – 6 marzo 2017 – Non si ferma la carica dei nuovi italiani. Nonostante una legge sulla cittadinanza tutt’altro che inclusiva, continua a crescere, anno dopo anno, il numero di immigrati e figli di immigrati che prendono il passaporto tricolore.
La conferma è nel report sugli Indicatori Demografici pubblicato oggi dall’Istat. Lo stesso secondo il quale, al primo gennaio 2017, gli stranieri residenti in Italia sono 5 milioni e 29 mila, l’8,3% della popolazione. Rispetto al 1 gennaio 2016, sono aumentati di appena 2mila 500 unità, per un tasso pari allo 0,5 per mille.
Si tratta della crescita più modesta degli ultimi anni – scrive l’Istat – e si deve al vario combinarsi di fattori di segno positivo e negativo, la cui interpretazione è tuttavia sempre meno immediata man mano che aumentano i processi d’integrazione sul territorio della popolazione immigrata.
Positivo, per esempio, è il contributo offerto dalla dinamica naturale: nel 2016 si stimano tra gli stranieri 61mila nati e 6mila 500 decessi. Tuttavia, poiché si riscontra una diminuzione di nascite rispetto al 2015 (72mila), si rileva anche una diminuzione del saldo naturale, da +66mila a +54mila, considerando che l’ammontare dei decessi rimane invariato nel periodo in esame.
Positivo, sottolineano i ricercatori, è anche il contributo offerto dai movimenti con l’estero: 258mila immigrazioni contro 42mila emigrazioni conducono il saldo migratorio estero dei cittadini stranieri a +216mila unità, in crescita su quello registrato nel 2015 (+205mila). Tra le poste in negativo, si segnala la cancellazione dall’anagrafe per altri motivi (prevalentemente motivi di irreperibilità) di 122mila individui, ossia di soggetti di cui è ragionevole ritenere l’emigrazione dall’Italia in anni precedenti (o semplicemente la perdita del permesso di soggiorno), senza che questi ne abbiano fatta dichiarazione alle anagrafi di appartenenza.
Il rallentamento della crescita degli stranieri è dovuto anche al fatto che intanto molti di loro spariscono dalle statistiche perché diventano italiani. L’Istat parrla di “un’evoluzione davvero notevole” per le acquisizioni di cittadinanza: 29mila nel 2005, 66mila nel 2010, 178mila nel 2015. “Sulla scia di tale progressione, nel 2016 si stimano 205mila acquisizioni, segno che il Paese si trova a gestire una fase matura dell’immigrazione”.
Il 38% delle acquisizioni sono ottenute da individui minorenni e il 50% da individui con meno di 30 anni di età. Si tratta di un numero non trascurabile di giovani per i quali in molti casi il cambio di cittadinanza avviene senza che gli interessati abbiano mai vissuto alcuna esperienza migratoria. Seconde generazioni, insomma, che vengono finalmente riconosciute come italiane.
Le acquisizioni di cittadinanza italiana interessano soprattutto le regioni del Nord, dove la presenza straniera è più stabile e radicata. Qui il fenomeno comporta una riduzione della popolazione residente straniera complessiva, salvo in Liguria e nella Provincia di Bolzano. Nel Mezzogiorno il numero di acquisizioni risulta molto più contenuto, circa 18mila, pari al 9% del totale. Per tale ripartizione, diversamente da quanto accade nel Nord, la popolazione straniera aumenta in quanto le acquisizioni di cittadinanza italiana non compensano il saldo positivo determinato dalle altre voci di bilancio (naturale e migratorio).
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Report Istat. INDICATORI DEMOGRAFICI. Stime per l’anno 2016
Stranieriinitalia.it