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Cittadinanza. Fini: “L’Italia è di chi la ama”

"Percorsi più veloci se c’è adesione ai nostri valori". Roma – 10 novembre 2009 – "Oggi l’Italia non è soltanto degli italiani, è o dovrebbe essere sempre di più di coloro che la amano. Quindi, anche di coloro che vengono qui piccolissimi, che nascono qui, o coloro che dopo dieci anni di lavoro hanno il sacrosanto diritto di essere a pieno titolo cittadini italiani".

Lo ha detto ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervistato dal Tg1. “La mia idea – ha aggiunto – è quella di rendere possibile la cittadinanza con percorsi che siano più veloci, ma soprattutto derivino dalla adesione convinta dei nuovi italiani ai valori della nostra società".

Questa impostazione si ritrova anche nel disegno di legge bipartisan presentato da Andrea Sarubbi (Pd) e da Fabio Granata (Pdl), firmato da diversi deputati della corrente finiana. Il ddl, che dovrebbe arrivare in Aula a dicembre, guarda alle seconde generazioni, dando molto più peso allo ius soli, e dimezza i tempi per le naturalizzazioni se sussistono determinate "garanzie" di integrazione.

La posizione del presidente della Camera non è però maggioritaria all’interno del Pdl, almeno secondo il capogruppo al senato Maurizio Gasparri.  E la Lega Nord ha più volte levato gli scudi contro una riforma che renda meno severe le regole per diventare italiani.

EP

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