Elvio Pasca
“Italiano chi nasce da genitori residenti da almeno cinque anni in Italia o chi compie nel nostro paese un intero ciclo di studi. Pericolosa la proposta della Cgil, creerebbe turismo delle partorienti”
Roma – 9 settembre 2011 – Sì alla cittadinanza per le seconde generazioni, ma senza automatismi troppo spinti che rischierebbero di creare un “turismo delle partorienti”. Ne è convinto Fabio Granata, deputato di Futuro e Libertà e promotore di un ddl di iniziativa popolare per la riforma della legge sulla cittadinanza.
Granata è intervenuto al dibattito “Italiani senza cittadinanza” che si e’ tenuto a Mirabello alla festa nazionale del partito. “La proposta di Fli, che abbiamo lanciato con una pdl di iniziativa popolare, sulla falsariga del ddl Sarubbi-Granata, prevede lo ius soli temperato: e’ italiano chi nasce da genitori residenti da almeno cinque anni in Italia o compie nel nostro paese un intero ciclo di studi” ha ricordato il deputato.
Il parlamentare ritiene invece “pericolosa” il ddl di iniziativa popolare proposto dalla campagna “l’Italia sono anch’io” alla quale hanno aderito una ventina di associazioni, tra le quali c’è anche la Cgil. Questa prevede che sia italiano chi nasce da immigrati regolarmente in italia da almeno un anno.
Secondo Granata, “la proposta della Cgil creerebbe un inaccettabile turismo di partorienti per la cittadinanza. Rischiamo – ha spiegato – di assistere a viaggi di carrette del mare che portano donne incinte disperate, che sfidano la morte pur di dare ai propri figli un passaporto europeo”.
Il parlamentare di Fli ha anche ricollegato il tema della cittadinanza alla questione morale della politica. “E’ mille volte piu’ italiano un ragazzino nato in Italia da genitori stranieri che un uomo politico potente che attraverso la concussione e la corruzione ruba al proprio Paese. Lancio una provocazione intellettuale -ha concluso- ma non troppo: in alcuni casi bisognerebbe pensare alla revoca della cittadinanza”.
