La Camera vota il rinvio. La discussione in Aula slitta ad aprile, dopo le elezioni regionali Roma – 13 gennaio 2010 – Si allungano i tempi per la riforma della cittadinanza. Ieri pomeriggio la Camera ha accolto la proposta avanzata dalla maggioranza di rinviare in commissione l’esame della testo con le nuove regole per diventare italiani.
Una mossa preannunciata, che farà slittare a primavera la discussione in Aula, dopo le elezioni regionali. In questo modo, oltre a dare esserci più tempo per trovare fronti di intesa, il dibattito non dovrebbe essere influenzato dai toni della campagna elettorale.
Per il vicepresidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, Roberto Zaccaria (Pd), il rinvio “è un pessimo segnale. La riforma della legge sulla cittadinanza – spiega – pone al centro grandi tematiche della convivenza e della dignita’ della persona e non questioni oggetto di un mercato politico per le prossime elezioni regionali. Rinunciando al confronto la destra ha dimostrato di non saper affrontare le tematiche piu’ importanti per la vita dello Stato”.
“La decisione di posticipare la discussione sulla cittadinanza a dopo le elezioni regionali -commenta Andrea Sarubbi, del Pd, firmatario di una proposta bipartisan insieme al finiano Fabio Granata – toglie al centrodestra l’ultimo degli alibi che ha impedito finora alla maggioranza, stretta dal ricatto elettorale della Lega, di recepire le istanze che si levano da tante parti della societa’, soprattutto a favore dei minori stranieri . Quando ad aprile il provvedimento tornera’ in Aula, vedremo finalmente se il Pdl e’ davvero in grado di smarcarsi dalla Lega e di dimostrare una propria ed autonoma capacita’ di azione politica”.
Parla invece di “un atto di responsabilità rispetto ad una tematica seria e delicata che non richiede operazioni propagandistiche” il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, secondo il quale la cittadinanza deve essere “ il coronamento di un’integrazione portata avanti fino alla volontà di arrivare ad un processo di assimilazione culturale e linguistico. Da questo punto di vista la combinazione fra una analisi qualitativa e una tempistica stabilizzata (10 anni autentici) potrebbe essere una soluzione". "Una riflessione ulteriore, più approfondita, va anche fatta sui minori” aggiunge.
Soddisfatto per il rinvio il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota: “Abbiamo sempre detto che la discussione sulla cittadinanza facile non e’ un’esigenza che si respira nel Paese dice, dove piuttosto e’ forte l’esigenza delle riforme, di interventi per le famiglie e per il sistema produttivo. Questa proposta di cittadinanza breve e’ stata portata in aula dalla sinistra, e’ una loro vecchia battaglia che risulta incomprensibile agli stessi immigrati". Cota ribadisce comunque l’appoggio al “Lega-Pdl che mantiene il principio dello ius sanguinis e il termine di dieci anni”.
EP