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Cittadinanza. Napolitano: “Aprire ai nuovi italiani”

"Sono linfa vitale, cadano i vecchi pregiudizi". Maroni: "Accertare adesione ai valori e conoscenza della lingua"

Roma – 13 novembre 2008 – "Debbono cadere vecchi pregiudizi, occorre un clima di apertura e apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani. In un clima siffatto possono avere successo le politiche volte a stabilire regole e a rendere possibile non solo la più feconda e pacifica convivenza con gli stranieri, ma anche l’accoglimento di un numero crescente di nuovi cittadini".

Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha ricevuto stamattina al Quirinale un gruppo di neocittadini italiani in rappresentanza dei 39mila che hanno preso il passaporto tricolore nel 2007. Tutti accolti dal Capo dello Stato con un simbolico "abbraccio festoso delle istituzioni".

Napolitano ha sottolineato che “questo afflusso di nuove energie da ogni parte del mondo, radicatesi nel nostro paese è un fattore di freschezza e di forza per la nazione italiana", pone un problema di "migliore inserimento" sociale e la sfida di "trarne nuova linfa per rafforzare la popolazione italiana, arricchendola di apporti validi e di elementi preziosi di dinamismo". Bisogna "procedere decisamente in questa direzione", come hanno fatto già fatto altri paesi europei come l’Inghilterra, la Francia e la Germania.

Gli immigrati, ha aggiunto il Capo dello Stato , sono "una componente non trascurabile del peso di ciascun paese nei confronti internazionali". Una questione che deve essere affrontata "con serietà, evitando innesti frettolosi che si rivelerebbero artificiali e fragili. Vogliamo  accogliere nuovi cittadini consapevoli che siano riconosciuti e si affermano come tali”.

Napolitano auspica una “una presa di coscienza collettiva del carattere non temporaneo che ha il fenomeno dell’immigrazione in Italia e dunque della necessità di trarne le naturali conseguenze sul piano dello sviluppo delle politiche d’integrazione e anche sul piano delle norme e delle prassi per il conferimento della cittadinanza". Una presa di coscienza, ha concluso Napolitano, che non deve essere solo delle istituzioni, ma "dell’intera collettività nazionale" .

Maroni: "Verifica su valori, lingua e cultura"
Durante la cerimonia ha preso la parola anche il ministero dell’Interno Maroni, che ha illustrato la crescita delle concessioni di cittadinanza: 19.226 del 2005, 35.766 del 2006,  38.466 del 2007, 32.238 al 31 ottobre di quest’anno.

"Questi numeri – ha commentato Maroni – destinati ad un progressivo aumento, richiedono un impegno da parte delle istituzioni affinché l’integrazione degli immigrati sia effettiva, obiettivo che un’apertura indiscriminata delle frontiere non riesce a garantire". Non si tratta, ha aggiunto, "solo ed esclusivamente di una questione di sicurezza, ma di creare la maggiore integrazione possibile in condizioni sostenibili da parte del Paese".

Il titolare del Viminale auspica quindi una riforma della legge sulla cittadinanza, che oggi “considera giustamente importante il decorso del tempo, ma non si sofferma sufficientemente sull’importanza di una concreta verifica della reale presa di coscienza dei valori costituzionali da parte dell’aspirante cittadino".

"Il rispetto dei nostri valori fondanti e la conoscenza essenziale della nostra lingua e della nostra storia – propone Maroni  – devono essere accertati con serenità ed equilibrio affinché non si giunga a concedere il beneficio della cittadinanza indistintamente a tutti attraverso valutazioni superficiali".

 

 

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