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Cittadinanza. “No ius soli”, CasaPound protesta e sogna un referendum

Il movimento di estrema destra appende striscioni in tutta Italia contro la riforma. “Vogliono sostituire il popolo italiano”

 

 

 

Roma – 19 ottobre 2015 – Lo stesso striscione appeso in 80 città italiane: “No Ius Soli. La cittadinanza non si regala“.

CasaPound Italia ha protestato così contro il primo si della Camera alle nuove regole per diventare italiani. Regole dedicate a ragazzi nati e cresciuti in Italia, considerate però dal movimento di estrema destra “criminali e folli” e simili a una sorta di genocidio. 

“La demolizione della cittadinanza – spiega Cpi in una nota– è solo l’ultimo tassello di un più generale attacco alla nostra sovranità, iniziato con il colpo di stato finanziario del 2011, proseguito con l’insediamento di ben tre governi senza chiaro mandato popolare e con l’apertura indiscriminata delle frontiere. Dopo aver distrutto lo Stato e spolpato l’economia, ora vogliono sostituire il popolo italiano con altri popoli”. 

“Un progetto criminale e folle, che si inserisce in quel business che ‘rende più della droga’ di cui parlava Salvatore Buzzi e che non ha cessato di produrre dividendi. Un progetto a cui CasaPound si opporrà con tutti i mezzi politici. A chi vuole cancellare l’Italia dalla storia – conclude la nota – ricordiamo che ci sono ancora alcuni italiani che non si arrendono”.

Questi “italiani che non si arrendono” hanno annunciato anche, “nel caso in cui la nuova legge passasse anche a Palazzo Madama, una raccolta firme per un referendum abrogativo“. Impresa difficile: solo per portare il quesito nelle urne, dovrebbero raccogliere le firme di almeno mezzo milione di elettori, dieci volte in più di quelli che hanno votato CasaPound Italia alle ultime elezioni politiche. 

 

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