“La darei a tutti i bambini nati qui che abbiano fatto la scuola dell’obbligo. I maggiorenni devono conoscere lingua ed educazione civica”
Roma – 22 febbraio 2012 – “Non cadere nelle trappole di un buonismo controproducente e non deprezzare la cittadinanza italiana riducendola a semplice automatismo”.
Sono i paletti posti da Francesco Rutelli per una riforma della legge sulal cittadinanza. Secondo il leader di Alleanza per l’Italia, intervistato oggi da Il Giornale, ”l’idea che sia un pezzo di carta che chiunque puo’ prendere, con a stessa facilita’ con cui si comprano le figurine all’edicola, e’ superficiale e pericolosa”.
“Se introduciamo il criterio dello jus soli, ossia l’automatica cittadinanza italiana per chiunque nasca sul nostro territorio, rischiamo di trasformare l’isola di Lampedusa o il porto di Ancona o la stazione di Trieste nelle succursali della piu’ clamorosa clinica ostetrica d’Europa. Diventando cittadini italiani si diventa cittadini Ue: l’Italia -rileva Rutelli- si trasformerebbe, per motivi puramente geografici, nella piattaforma per acquisire strumentalmente il libero accesso a tutta la comunita’ europea”.
La cittadinanza italiana ”e’ il traguardo di un cammino e non un fatto meramente amministrativo da risolvere con un certificato. Io ad esempio -spiega Rutelli- sono favorevole ad accorciare i tempi della concessione, perche’ dieci anni sono tanti; e a dare la cittadinanza a tutti i bambini nati qui che abbiano fatto la scuola dell’obbligo: dopo la terza media anziche’ a 18 anni. Ma con regole precise: chi vuol diventare cittadino da maggiorenne deve conoscere la lingua e i principi basilari della nostra convivenza civile e deve fare una dichiarazione impegnativa di riconoscimento della Costituzione”.
Le reazioni
“Sono certo che il pensiero di Francesco Rutelli sia stato distorto e comunque noi sosteniamo la cittadinanza italiana per chi nasce in Italia, ma da genitori stabilmente e legalmente residenti in Italia da almeno 5 anni, quindi uno ius soli temperato” commenta il vice coordinatore di Fli Fabio Granata. “Nessuna sala parto a Lampedusa, quindi. Ma la rivendicazione -aggiunge- di una nuova e finalmente piu’ civile normativa per i nuovi italiani. L’Italia a chi la ama”.
Il deputato del Pd Andrea Sarubbi scrive su twitter: ”Rutelli se la prende con un nemico immaginario: lo ius soli secco, nelle diverse proposte in discussione alla Camera, semplicemente non c’e’. Bastava chiedere”. “Tutte le proposte attualmente in discussione sulla cittadinanza ai minori di origine straniera richiedono la stabilita’ in Italia del nucleo familiare entro il quale nasce il bambino, ovvero il cosiddetto ius soli temperato” aggiunge.
“L’attacco di Rutelli contro la cittadinanza e’ un mix fra toni sprezzanti e argomenti infondati. Se aveva proprio bisogno di caratterizzarsi nel processo di costruzione del Terzo Polo, poteva almeno scegliere un argomento di sua conoscenza” attacca il deputato del Pd Jean-Leonard Touadi.
“”Riecheggiando tesi e toni dal forte retrogusto leghista, e recentemente anche grillino, il leader di Api -spiega Touadi- usa un non-argomento, quello dell’Italia come sala parto d’Europa. Rutelli ignora che nessuna delle proposte di legge in campo, neanche quella dell’associazione ‘L’Italia sono anch’io’, prevede automatismi legati allo ius soli, ma richiedono tutte un radicamento, un progetto di vita stabile in Italia del nucleo familiare all’interno del quale nasce il bambino”.