I senatori vogliono sentire il parere di esperti e associazioni sulle nuove regole per diventare italiani. L’appuntamento, però, si fa attendere
Roma – 26 febbraio 2016 – Bisognerà aspettare ancora, almeno un’altra decina di giorni, prima che i senatori della commissione affari costituzionali possano chiarirsi le idee, con l’aiuto di esperti e associazioni, sulla riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati.
La discussione generale sul testo già approvato alla Camera si è conclusa il 3 febbraio, dopo essere stata all’ordine del giorno, con diverse interruzioni, per diversi mesi. Prima di passare alla presentazione e alla discussione degli emendamenti, i senatori hanno però deciso di procedere a un giro di audizioni per approfondire alcune delle questioni che ruotano intorno alla riforma.
Tra le altre cose, le audizioni serviranno soprattutto alla maggioranza per capire se e su quali punti vale la pena intervenire modificando il testo sul quale si era trovato un accordo a Montecitorio. Tenendo presente che, in caso di modifiche, si tornerà alla Camera per l’approvazione definitiva, allungano inevitabilmente i tempi e aumentando il rischio di rimettere in discussione punti che ad oggi sembrano fermi.
I diversi gruppi politici hanno già presentato la lista delle persone che vogliono ascoltare, questa però non è stata ancora vagliata dalla presidenza, che dovrà dare il via libera per far partire le convocazioni. Inoltre, la commissione ha altro arretrato da smaltire, che è cresciuto in questi giorni, durante i quali, tra Milleproroghe e, soprattutto, Unioni Civili, i senatori sono stati notevolmente in Aula più del solito.
Il risultato? Oggi sono state pubblicate le convocazioni della Commissione Affari Costituzionali per la prossima settimana e all’ordine del giorno non c’è traccia delle audizioni sulla cittadinanza. Martedì, mercoledì e giovedì si parlerà d’altro. La riforma può (ancora) attendere.
Elvio Pasca