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Clandestini fino a sei mesi nei Centri

La misura in un decreto legge  approvato stamattina dal governo. Maroni: “È il tempo necessario per rimpatriarli”

Roma – 20 febbraio 2009 – Sale da due a sei mesi il periodo massimo di permanenza dei clandestini nei centri di identificazione ed espulsione.

Come anticipato nei giorni scorsi, la novità è stata inserita nel decreto legge varato stamattina dal governo. Sarà operativa tra qualche giorno, dopo la pubblicazione del testo in gazzetta Ufficiale.

“La norma, contenuta nell’articolo 5 del decreto, è prevista dalla direttiva europea sui rimpatri e sull’asilo approvata dal Parlamento europeo nel giugno scorso, della quale noi anticipiamo l’attuazione”  ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il prolungamento sarebbe necessario per “procedere all’identificazione dei clandestini e soprattutto per ottenere il nulla osta al rimpatrio nei Paesi d’origine”. 

“Nell’esperienza che abbiamo, sei mesi sono sufficienti per garantire il rimpatrio di tutti coloro che sono trattenuti nei centri”, ha aggiunto Maroni. Riferendosi ai cittadini tunisini ospiti del centro di Lampedusa, dove due gironi fa è scoppiata una rivolta e un incendio, il ministro ha detto che “saranno tutti rimpatriati” e non “sarà tollerata alcuna forma di violenza”.

Anche il disegno di legge sulla sicurezza varato dal governo prevedeva l’innalzamento del tempo di permanenza nei Cie, con l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, da due a diciotto mesi. La norma però è stata bocciata in Senato grazie a un emendamento dell’opposizione votato anche da alcuni franchi tiratori della maggioranza.

EP

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