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Clandestini. Moratti: “Polizia entri nelle case”

Il sindaco di Milano vorrebbe irruzioni senza mandato. "Abbiamo chiesto a Maroni un decreto-legge"

Roma  – 19 marzo 2010 – Immigrati clandestini come trafficanti di droga o di armi. Soggetti talmente pericolosi da giustificare le irruzioni della polizia nelle loro case anche senza l’ordine di un magistrato.

È l’idea illustrata ieri dal sindaco di Milano Letizia Moratti a margine della presentazione delle due ordinanza antidegrado per via Padova.  "Abbiamo chiesto al ministro Maroni – ha detto – di estendere, con un decreto legge, la possibilità per la polizia di Stato di fare irruzione in un locale non solo per i reati di terrorismo o droga, ma anche di clandestinità. Aspettiamo un riscontro”.

Se riscontro ci fosse, avrebbe un impatto devastante. La nuova norma permetterebbe infatti di scatenare una caccia ai clandestini casa per casa, dove sarebbe più giustificato il sospetto di trovare qualche colpevole di “ingresso e soggiorno clandestino nel territorio dello Stato”, il reato introdotto questa estate nel nostro ordinamento dalla nuova legge sulla sicurezza.

Dove cacciare? Certo nei quartieri “etnici” della città italiane, dove in appartamenti spesso sovraffollati vivono insieme regolari e irregolari. Ma anche, perchè no? , nelle case di centinaia di migliaia di italiani che, nonostante l’ultima regolarizzazione, hanno ancora una colf o una badante senza permesso di soggiorno.

In attesa del decreto legge, non sembra comunque che gli agenti milanesi siano rimasti con le mani in mano. Secondo un libro-inchiesta del giornalista Fabrizio Cassinelli (che ha suscitato anche un’interrogazione dei radicali in Parlamento) nei mesi scorsi sono entrati nelle case di molti immigrati senza ordine della magistratura, spacciandosi per operai e inscenando finte fughe di gas.

Elvio Pasca

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