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Cnel. Integrazione: vince ancora il Nord Italia

Verso Sud peggiorano gli indici di polarizzazione, stabilità e inserimento lavorativo. Trento è al top tra le provincie, ultima Siracusa Roma – 7 marzo 2008 – L’Italia è eterogenea anche in fatto di integrazione degli immigrati. Che va bene al Nord e male, a volte molto male, al Sud. E’ ciò che emerge dal V Rapporto degli Indici di integrazione degli immigrati in Italia, presentato oggi a Roma dal Cnel.

Il Trentino Alto Adige è la regione italiana più attiva e più ben disposta all’integrazione sociale. E ciò è testimoniato da alcuni indicatori che riguardano la capacità di ogni regione di attirare cittadini stranieri (polarizzazione), la stabilità sociale e l’inserimento lavorativo degli immigrati, sulla base dei quali il Cnel ha svolto la sua indagine e ha stilato una classifica di regioni e province. Altre regioni a massimo potenziale d’integrazione sono nell’ordine, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia: sembra così affermarsi, secondo quanto rivela il Rapporto del Cnel, un "modello adriatico" di integrazione, che dal Friuli Venezia Giulia arriva fino all’alto Abruzzo (11/mo posto), includendo anche la Lombardia.

Le regioni che invece denotano un basso o minimo potenziale d’integrazione sono quelle meridionali e insulari, con la Sicilia al 20/mo posto. Per quanto riguarda le province, la medaglia d’oro va a Trento, mentre all’ultimo posto c’è Siracusa. Da notare la posizione di Napoli: ultima nella graduatoria del rapporto 2007, in questo è risalita di ben 20 posizioni (ora è al 83/mo posto); Roma è al 53/mo, Milano al 12/mo. Per quanto riguarda il numero di presenze degli immigrati, ai vertici del Rapporto Cnel si trovano Lombardia e Lazio, con quasi un quarto e un sesto del totale di presenze, tanto che si parla di Milano e Roma come delle capitali dell’immigrazione in Italia.

Un’incidenza del 10% si registra invece in Veneto e in Emilia Romagna. Le province con la più alta incidenza di immigrati sono Roma, Milano, Firenze, Prato, Brescia e Modena Tra il 1994 e il 2004, il numero di immigrati presenti in Umbria e Marche sono quadruplicati, in Veneto ed Emilia Romagna sono triplicati. A livello provinciale Prato ha registrato un aumento della popolazione immigrata di ben 31 volte. Il Rapporto Cnel parla anche della densità degli immigrati per chilometro quadrato, che arrivano in media a quota 9,2 (in Lombardia a quota 27, nel Lazio a quota 23).

Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni con maggior potere di attrazione e trattenimento della popolazione immigrata; per quanto riguarda l’inserimento occupazionale si segnalano ai vertici il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia; per l’inserimento sociale troviamo il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia. Per la stabilità sociale la posizione di testa spetta alle Marche.

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