“Sarebbe un modo per tutelare i minori e garantire l’uguaglianza tra lavoratori. Negli anni ’90 era così, poi le norme sono cambiate".
Roma – 24 gennaio 2013 – "E' una buona notizia che il Ministero abbia chiarito che i figli degli immigrati senza permesso di soggiorno possono essere iscritti a scuola con il vecchio sistema. Nelle questioni che riguardano il rapporto tra la Pubblica Amministrazione e gli stranieri deve essere sempre garantito il superiore interesse del minore".
Lo dichiara all il responsabile Immigrazione di Arci Filippo Miraglia, a proposito della nuove procedure online per l'iscrizione scolastica, precluse agli immigrati che non hanno un codice fiscale. Ma sulle norme per il rilascio del codice Miraglia auspica una modifica.
"Negli anni '90 – ricorda Miraglia – gli stranieri con un qualsiasi documento d'identita' potevano richiedere all'Agenzia delle Entrate il codice fiscale, che veniva tranquillamente rilasciato. Dal 2000 in poi le norme sono cambiate, ma forse andrebbero ripristinate, per evitare che i bambini paghino le conseguenze dell'irregolarità dei genitori".
"La vicenda comunque fa riflettere perche' ci ricorda che in Italia continua a esserci una fetta di popolazione straniera senza titolo di soggiorno, che e' quindi irregolare per legge. Sarebbe pero' opportuno – sottolinea – che le irregolarita' non impedissero agli stranieri senza permesso di avere un codice fiscale, anche per tutelare il superiore interesse dei minori".
"Ci sono sentenze della Cassazione che ribadiscono, ad esempio, che nel rapporto tra datore di lavoro e lavoratore immigrato irregolare deve essere rispettata la paritànei diritti con gli altri lavoratori – ricorda il responsabile immigrazione dell’Arci – Ma perche' ci sia parità, il lavoratore irregolare deve avere una posizione contributiva, e quindi un codice fiscale. Auspichiamo quindi – conclude – che, a prescindere dalla regolarita' del soggiorno, si possa accedere normalmente al codice fiscale".