Slitta a settembre la sottoscrizione da parte di sindacati e associazioni datoriali davanti al ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Mesina (Filcams Cgil): “È un valore aggiunto, anche per dare un segnale contro il sommerso”
Roma – 24 luglio 2013 – Una premessa è d’obbligo: il nuovo contratto del lavoro domestico è già in vigore. Dal primo luglio 2013 sono scattate tutte le novità per colf, badanti e babysitter e per le famiglie che si avvalgono della loro collaborazione.
L’accordo è stato firmato da tempo da sindacati e associazioni datoriali, manca però, per così dire, la ciliegina sulla torta: la sottoscrizione anche alla presenza del ministro del lavoro Enrico Giovannini. Un passaggio in più, senza effetti pratici sull’applicazione del nuovo contratto, che però avrebbe un forte valore simbolico.
Ci si aspettava che rappresentanti di lavoratori e datori venissero convocati in via Fornovo a fine giugno, prima dell’entrata in vigore del testo. I tempi, però, sono slittati, e a quanto si apprende la chiamata non arriverà prima di settembre. Disinteresse? Pare di no.
“I tempi si sono allungati perchè al ministero hanno voluto studiare approfonditamente in nuovo contratto, riga per riga, prima di avallarne il contenuto con la firma alla presenza del ministro. È un segnale di attenzione, ne siamo contenti” dice Giuliana Mesina, segretario nazionale della Filcams Cgil.
Ma perché è così importante firmare il contratto anche al ministero del Lavoro?
“È un valore aggiunto. Vuol dire sgomberare il campo da contratti spuri, “pirata” in circolazione, non sottoscritti da sindacati rappresentativi, che fanno dumping sulla pelle di lavoratori e lavoratrici” spiega la sindacalista. “Inoltre è un segnale importante contro il lavoro nero. Un modo per ribadire che in un settore segnato dal sommerso e dall’informalità le regole esistono e vanno applicate”.
Elvio Pasca
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