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Comunali 2010: ultima chiamata per i ritardatari

I cittadini Ue possono ancora chiedere di votare il 28 e il 29 marzo. Ma non c’è tempo da perdere Roma – 9 marzo 2010 – Comunitari alle urne? Sì, se vogliono, ma il tempo stringe.

Il 28 e il 29 marzo in quasi cinquecento Comuni si voterà per scegliere sindaci e consiglieri. Insieme ai residenti italiani, potranno votare anche i romeni, i polacchi e i cittadini di altri Paesi dell’Unione Europea, a patto però che esprimano preventivamente questa intenzione.

Chi vuole godere del diritto di voto alle comunali deve iscriversi a una lista elettorale aggiunta. Secondo la legge, le domande di iscrizione andrebbero presentate “entro il quinto giorno successivo a quello dell’affissione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali”, un termine scaduto lo scorso 16 febbraio. 

Chi si è iscritto in tempo riceverà la scheda elettorale e l’indicazione del seggio dove votare, ma i ritardatari? Per loro c’è una procedura d’urgenza, riconfermata anche quest’anno dal Ministero dell’Interno, come dimostrano le istruzioni inviate dalle prefetture ai Comuni dove si vota.. 

Spiega, ad esempio, una circolare diffusa il 4 febbraio dalla prefettura di Milano: “Qualora il cittadino comunitario presenti domanda di iscrizione alle liste elettorali aggiunte anche oltre il sopraindicato termine del 16 febbraio 2010, il sindaco, accertatosi comunque della sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge per l’iscrizione anagrafica, potrà rilasciare l’apposita attestazione di ammissione al voto". Questo, per "consentire la più ampia partecipazione alle elezioni e nel rispetto del principio di parità di trattamento tra cittadini italiani e cittadini di altro Paese dell’Unione europea”.

Chi rientra in questa procedura non verrà quindi iscritto alla lista aggiunta, ma otterrà semplicemente un’attestazione valida per votare il 28 e il 29 marzo. È evidente che, più si avvicinano le elezioni, meno tempo avrà il Comune per verificare i requisiti: a chi ha deciso di votare  conviene correre subito all’ufficio elettorale.

Elvio Pasca

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