A fine maggio si eleggeranno oltre seicentocinquanta sindaci e consiglio comunali. Possono partecipare anche i romeni, i polacchi e gli altri comunitari, a patto che si iscrivano, in anticipo, alle liste aggiunte
Roma – 1 febbraio 2013 – Domenica 26 e lunedì 27 maggio si voterà per cambiare le amministrazioni di oltre seicentocinquanta comuni italiani. Ci vivono più di nove milioni di persone, dai due milioni e seicentomila residenti a Roma agli appena sessantasette abitanti di Bergolo, paesino in provincia di Cuneo.
Alle urne sono chiamati, come sempre, anche i cittadini romeni, polacchi o di altri Paesi dell’Unione Europea che risiedono in quei Comuni. Non solo possono votare per scegliere sindaci e consiglio comunali e circoscrizionali, ma anche candidarsi come consiglieri. A patto, però, che siano iscritti in una lista elettorale aggiunta.
Per entrare nella lista basta presentare una domanda presso l’ufficio elettorale del comune di residenza. Moduli e procedure possono cambiare da un luogo all’altro, la legge però prevede che le amministrazioni pubblicizzino adeguatamente questa possibilità. A Roma, ad esempio,il Comune ha scritto a tutti i residenti comunitari, ma ha anche attivato più canali per l’iscrizione: di persona, per posta, per fax o via internet.
Chi si era già iscritto per votare alle ultime amministrative (per le elezioni europee la lista è diversa) deve solo aspettare il giorno delle elezioni e andare al suo seggio con la scheda elettorale. Gli altri hanno invece tempo per presentare la domanda di iscrizione fino a quaranta giorni prima delle elezioni, un appuntamento che cade il 16 aprile 2013.
Negli anni passati, grazie a una procedura d’urgenza, venivano salvati anche i "ritardatari", ammettendoli al voto anche se chiedevano l'iscrizione dopo la data limite. Questa prassi però è stata bocciata da una sentenza del Consiglio di Stato, quindi stavolta chi non presenterà domanda entro il 16 aprile sarà tagliato fuori.
Finora, la partecipazione dei cittadini comunitari alle elezioni amministrative è stata a dir poco marginale. Molti sono frenati dalla procedura di iscrizione nelle liste (e in Parlamento sono state presentate invano delle proposte per renderla automatica), ma pesano anche la disinformazione e il disinteresse, così come la scarsa attenzione della politica locale a questa fetta di elettorato.
Le Comunali di questa primavera riusciranno a segnare un’inversione di tendenza?
Elvio Pasca
La lista dei Comuni dove si vota (fonte: Ancitel)