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Comunali. Sfuma il sogno di Barry e Kaabour

I nuovi cittadini candidati a sindaco a Verona e Genova non entrano nemmeno in consiglio comunale. Ma per entrambi “il bilancio è positivo”

Roma – 8 maggio 2012 – È finita la corsa di Ibrahima Barry e Sidimohamed Kaabour, i due nuovi cittadini candidati sindaco a Verona e Genova.

Su Barry, operaio  di origine guineane, aveva scommesso il Partito di Alternativa Comunista (Pdac). Ha preso 952 voti, lo 0,7% del totale. Troppo pochi rispetto ai 77 mila totalizzati dal sindaco Tosi, e non abbastanza per entrare in consiglio comunale.

Sembra comunque soddisfatto. “Il nostro risultato – dice –  lo abbiamo conseguito. Pur non riponendo alcuna fiducia nella possibilità che le cose possano cambiare, abbiamo partecipato alla tornata elettorale per dare visibilità alle lotte dei lavoratori, per smascherare il gioco truccato della borghesia e delle istituzioni”.

”Già una settimana prima dell’apertura delle urne avevamo detto: il vero vincitore delle elezioni a Verona è Ibrahima – aggiunge una nota del Pdac – perchè il nostro obiettivo primario era ed è interloquire con centinaia di operai, giovani, immigrati. Costruire le lotte unitarie degli operai nativi e immigrati, costruire un’alternativa di classe a Verona e nazionalmente: ecco cosa continueremo a fare da domani”.

Con seicentoventisette voti  (lo 0,23%) e nessun seggio in consiglio comunale non è andata meglio a Kaabour, il giovane mediatore culturale di origine marocchina candidato a Genova della lista civica Fratelli e Fratellastri.

Anche lui, però, traccia “un bilancio positivo”. “Questo – dice – per noi è l’inizio, abbiamo piantato un seme che raccoglieremo. Puntavamo a sensibilizzare la gente, e abbiamo avuto spazio per farci sentire e vedere. Il nostro primo obiettivo è stato raggiunto alla grande”.

Secondo Kaabour bisogna considerare anche che  la lista Fratellastri d’Italia, che unisce giovani italiani, vecchi e nuovi,  “sarebbe stata votata da un sacco di gente che non può votare. Le percentuali che appaiono – sottolinea – non sono indicative del nostro potenziale”.

Elvio Pasca

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