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Polonia, Bielorussia e Unione Europea: una guerra a colpi di migranti

Roma, 11 novembre 2021 – Sul confine tra la Polonia e la Bielorussia la tensione è alle stelle: si sta inasprendo sempre di più la cosiddetta “guerra ibrida” che gioca con la vita di migliaia di profughi intrappolati tra i due Stati e che si sono visti trasformati in un vero e proprio ricatto nei confronti dell’Europa. A detta del portavoce del governo polacco Piotr Muller, la Polonia “si aspetta una escalation di natura armata”, e nei giorni scorsi si sarebbero già sentiti degli spari che sospettano essere partiti proprio dai soldati bielorussi. Allo stesso tempo, però, secondo i media tedeschi, anche i soldati polacchi avrebbero sparato dei colpi in aria. E in tutto questo, i migranti vengono sfruttati come se non fossero persone.

confine Polonia Bielorussia

Profughi al confine tra Bielorussia e Polonia, cosa sta succedendo

In tutto questo la Russia sta a guardare, mentre si strofina le mani. Sì, perché le conversazioni con Aljaksandr Lukašėnka, presidente della Bielorussia, stanno andando avanti. Secondo quanto emerso, infatti, anche nei giorni scorsi lui e Putin si sono sentiti al telefono. Pare che il presidente della Bielorussia abbia ribadito la sua posizione rispetto ai presunti “ricatti” della Polonia. E che il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, abbia suggerito all’Ue di aiutare la Bielorussia tramite dei fondi da utilizzare per gestire la crisi umanitaria. Un po’ come fece con la Turchia nel 2016, creando un pericolosissimo precedente. Tutto questo come se, in realtà, Lukašėnka non avesse fatto in modo di attirare migranti con la promessa di regalargli il sogno dell’Unione europea.

E i migranti al confine tra Bielorussia e Polonia? Beh, vengono utilizzati come pedine, letteralmente. Sfiniti dalla situazione, hanno tentato di sfondare il filo spinato e le barriere costruite dalla Polonia lungo il confine. Forse, addirittura, aiutati dalle forze dell’ordine bielorusse, anche se Minsk si è premurato di smentire. “Oggi sono a rischio la stabilità e la sicurezza dell’Unione europea”, ha commentato il premier polacco Mateusz Morawiecki durante la sua visita alla frontiera presidiata da migliaia di soldati. Inoltre pare che abbia affermato anche a Lukašėnka che non si faranno “intimidire”. E difenderanno “la pace in Europa insieme ai nostri partner Nato e Ue”. In ogni caso, però, nemmeno la Polonia sembra avere tutte le carte in regola. Quando l’Ue ha proposto di mandare la guardia frontiera Frontex a presidiare il confine a est, infatti, Varsavia ha deciso di non accettare, senza spiegare però il perché.

Intanto, anche l’Unione europea si prepara a un contrattacco nei confronti della Bielorussia. Secondo alcune fonti, infatti, sembra stia già studiando nuove sanzioni che saranno accompagnate da durissime parole. Anche perché “l’illusione che possano ottenere un facile ingresso nell’Ue”, dimostrata da Minsk, “fa parte dell’approccio inumano, da gangster, del regime bielorusso”, ha dichiarato un portavoce di Bruxelles, Peter Stano. Al momento, poi, il Consiglio dell’Ue ha sospeso i visti ai fedeli di Lukašėnka e agli alti funzionari. Coloro che, dalle finte elezioni tenutesi nel 2020, continuano a reprimere ogni tipo di opposizione.

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