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Consiglio dei Ministri: regime transitorio, ma non per tutti

Ok dal Governo alla libera circolazione, dal prossimo primo gennaio, per badanti, colf, operai edili, metalmeccanici e stagionali. Per gli altri lavoratori subordinati gli ingressi continueranno ad essere regolati, ma con procedure semplificate

ROMA – In vista dell’entrata di Romania e Bulgaria nell’Unione europea il 1° gennaio prossimo, il Governo ha deciso, con il Consiglio dei Ministri di oggi, di fare ricorso al regime transitorio previsto dai Trattati di adesione prima di liberalizzare completamente la circolazione dei lavoratori subordinati provenienti dai due Paesi.

Analogamente a quanto previsto da altri Stati dell’Unione europea, il regime transitorio stabilisce l’apertura immediata per i settori del lavoro dirigenziale e altamente qualificato, di quello agricolo e turistico-alberghiero, del lavoro domestico e di assistenza alla persona, edilizio e metalmeccanico. E’ ugualmente prevista l’apertura immediata per il settore del lavoro stagionale.

L’ingresso dei lavoratori autonomi è comunque libero, come pure la circolazione per motivi diversi dal lavoro. Per quanto riguarda tutti gli altri settori, le Amministrazioni competenti adotteranno misure semplificate per monitorare l’accesso al mercato del lavoro.

La soddisfazione del ministro Ferrero
I rapporti di lavoro "completamente liberi e parificati a quelli degli italiani", ha spiegato il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero riguarderanno "gli assistenti domiciliari, le cosiddette badanti, i lavoratori dell’edilizia e quelli stagionali, quelli dell’agricoltura e del turismo e i lavoratori metalmeccanici".
Larga parte dei lavoratori rumeni e bulgari, quindi, ha aggiunto il ministro "dal 1 gennaio 2007 non avranno più bisogno di passare nelle procedure dello Sportello unico perché saranno equiparati ai lavoratori italiani".
Per altre categorie di lavoratori, ha spiegato Ferrero "restano alcune restrizioni che dureranno ancora un anno ma ci saranno delle procedure semplificate. Le nuove norme riguarderanno circa almeno 150.000 lavoratori già presenti in Italia".

(27 dicembre 2006)

Stefano Camilloni

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