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Consiglio Europeo, sì agli accordi per fermare migranti e profughi fuori dall’Ue

Aiuti allo sviluppo e commercio per chi controlla le frontiere e riammette gli espulsi. I leader europei sposano il piano della Commissione 

Roma – 29 giugno 2016  – Avanti con gli accordi con Paesi di origine e di transito di migranti e profughi, che potranno commerciare con l’Ue o avranno i suoi fondi per lo sviluppo se fermeranno chi cerca di arrivare in Europa e se si riprenderanno chi ce l’ha già fatta  e viene espulso. 

I leader dei Paesi dell’Ue, riuniti ieri e oggi a Bruxelles per il Consiglio Europeo, hanno dato il via libera al piano di partenariato disegnato qualche settimana fa dalla Commissione Europea, tra l’altro in linea con il Migration Compact proposto dall’Italia. Sì, quindi, all’esternalizzazione del controllo delle frontiere, nonostante i rischi che comporta per i diritti (e spesso per la vita) di migranti e profughi.

Le conclusioni del vertice di ieri, dominato anche mediaticamente dalla Brexit, parlano anche di migrazione. Partendo dai risultati dell’accordo con la Turchia, ritenuti soddisfacenti dai capi di stato e di governo dell’unione Europea perché le traversate verso le isole dell’Egeo “sono drasticamente diminuite e si sono ora quasi arrestate”, si rilancia lo stesso schema per affrontare i flussi nel Mediterraneo Centrale, che “devono essere ridotti, in modo da salvare vite e smantellare il modello di attività dei trafficanti”.

“Il conseguimento di rapidi risultati in termini di prevenzione della migrazione illegale e rimpatrio dei migranti irregolari – scrivono i leader – richiede un quadro di partenariato efficace per la cooperazione con i singoli paesi di origine o di transito”.  L’UE “porrà in essere e attuerà rapidamente questo quadro, basato su efficaci incentivi e un’adeguata condizionalità, con un numero iniziale limitato di paesi di origine e di transito prioritari”. 

Tra gli obiettivi ci sono i “rimpatri rapidi e operativi di migranti irregolari” e tra gli strumenti per convincere i nostri partner a collaborare, le cosiddette “leve”,  vengono indicati “ lo sviluppo e il commercio”.  L’Unione Europea vuole fare presto, “nella prospettiva di concludere i primi patti entro la fine dell’anno”. 

EP

Ecco il testo integrale delle conclusioni del Consiglio Europeo di ieri dedicate alla Migrazione:

“I. MIGRAZIONE

 

 

1. A seguito della decisione di applicare integralmente il codice frontiere Schengen e dell’attuazione della dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016, le traversate dalla Turchia alle isole greche sono drasticamente diminuite e si sono ora quasi arrestate. È importante continuare a lavorare attivamente per stabilizzare ancora la situazione e assicurare una soluzione sostenibile. Le disposizioni legislative recentemente adottate dalla Turchia in materia di trattamento dei siriani e dei cittadini di altri paesi consentono il rimpatrio dei migranti in Turchia nel pieno rispetto delle disposizioni sull’inammissibilità ai sensi della direttiva sulle procedure d’asilo. Entrambe le parti hanno compiuto notevoli progressi per attuare tutti i punti d’azione contenuti nella dichiarazione UE-Turchia e il Consiglio europeo guarda con interesse a ulteriori risoluti interventi. Il Consiglio europeo ricorda la necessità di fornire un sostegno continuo ai paesi dei Balcani occidentali – anche nella lotta ai trafficanti – e di mantenere alta l’attenzione sui potenziali sviluppi che riguardino altre rotte in modo da poter agire rapidamente in maniera concertata. Ulteriori interventi sono necessari per accelerare l’attuazione dei programmi di ricollocazione e di reinsediamento esistenti.

 

2. Nel Mediterraneo centrale i flussi di migranti soprattutto economici si mantengono allo stesso livello dello scorso anno. I flussi devono essere ridotti, in modo da salvare vite e smantellare il modello di attività dei trafficanti. Le pertinenti procedure di sicurezza devono essere integralmente applicate per assicurare il pieno controllo delle frontiere esterne. Il conseguimento di rapidi risultati in termini di prevenzione della migrazione illegale e rimpatrio dei migranti irregolari richiede un quadro di partenariato efficace per la cooperazione con i singoli paesi di origine o di transito. Quest’impostazione contribuirà all’attuazione del piano d’azione di La Valletta che dovrebbe essere intensificata. Muovendo dalla comunicazione della Commissione, l’UE porrà in essere e attuerà rapidamente questo quadro, basato su efficaci incentivi e un’adeguata condizionalità, con un numero iniziale limitato di paesi di origine e di transito prioritari e i seguenti obiettivi:

 

• perseguire risultati specifici e misurabili quanto a rimpatri rapidi e operativi di migranti irregolari, anche applicando disposizioni temporanee, in attesa della conclusione di accordi di riammissione a pieno titolo;

 

 

 

• creare e applicare le necessarie leve, servendosi di tutti i pertinenti strumenti, mezzi e politiche di cui l’UE dispone, compresi lo sviluppo e il commercio;

 

• mobilitare altresì elementi di competenza degli Stati membri e ricercare sinergie con gli Stati membri in relazione a specifici paesi.

 

La cooperazione sulla riammissione e sui rimpatri costituirà un banco di prova fondamentale del partenariato tra l’UE e i partner in questione.

 

3. L’alto rappresentante guiderà, anche in qualità di vicepresidente della Commissione, l’attuazione di questo nuovo approccio e assicurerà lo stretto ed efficace coordinamento tra le istituzioni e i servizi dell’UE e gli Stati membri, nella prospettiva di concludere i primi patti entro la fine dell’anno. Il Consiglio e la Commissione monitoreranno periodicamente il processo, ne valuteranno i risultati e riferiranno al Consiglio europeo.

 

4. Tutti gli strumenti e tutte le fonti di finanziamento pertinenti dovrebbero essere mobilitati in modo coerente a sostegno del suddetto approccio. Si invita il Consiglio a esaminare rapidamente le proposte presentate dalla Commissione a tal fine. Inoltre:

 

• l’iniziativa della Banca europea per gli investimenti nei paesi del vicinato meridionale e dei Balcani occidentali – quale primo passo nel nuovo quadro di cooperazione – contribuirà a promuovere gli investimenti nei paesi partner e ha tutto il nostro sostegno. Per attuare celermente quest’iniziativa si chiede al Consiglio di esaminare con rapidità come fornire le risorse necessarie;

 

• la Commissione è invitata a presentare entro settembre 2016 una proposta relativa a un piano di investimenti esteri ambizioso, che dovrebbe essere esaminata in via prioritaria dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

 

Deve essere garantita la complementarità di tutte queste iniziative.

 

5. L’approccio illustrato sarà dinamico e verrà esteso, se necessario, ad altri paesi o regioni in funzione dei flussi migratori.

 

6. L’UE e i suoi Stati membri continueranno ad affrontare le cause profonde della migrazione illegale, in stretta cooperazione e in uno spirito di titolarità reciproca con i paesi di origine.

 

7. In vista del vertice del G20 e della riunione ad alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sui grandi movimenti di rifugiati e migranti, che si terranno prossimamente, il Consiglio europeo ricorda che la migrazione è un problema mondiale che richiede una risposta determinata della comunità internazionale.

 

8. Il Consiglio europeo continuerà ad affrontare e monitorare tutti gli aspetti dell’approccio globale dell’UE alla sfida posta dalla migrazione, come illustrato nelle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre 2015, e a definire gli orientamenti e le priorità politiche generali. Nel rammentare la necessità di rafforzare i controlli alle frontiere esterne dell’UE per conseguire gli obiettivi in materia sia di migrazione che di sicurezza, il Consiglio europeo si compiace dell’accordo politico tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta relativa alla guardia costiera e di frontiera europea e ne chiede la rapida adozione e la tempestiva attuazione”.

 

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