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Consulta immigrati. E’ pronta la Carta dei valori, lunedì se ne discute al Viminale

La decisione finale sarà presa lunedì pomeriggio al Viminale con il ministro Amato

ROMA – E’ alle sue battute conclusive l’iter per l’elaborazione della Carta dei valori della cittadinanza e della integrazione, affidata dal ministro degli Interni Giuliano Amato ad un apposito Comitato scientifico.

Per il pomeriggio di lunedì 23, infatti, sono stati invitati al Viminale – dove già si riunisce il Comitato – anche i membri della Consulta per l’Islam italiano.

Proprio dalla Consulta era partito il lavoro di consultazione da parte del Comitato per la definizione della Carta, concepita dal ministro come uno strumento per favorire il processo di integrazione nella comunità nazionale e la cui condivisione – aveva stabilito Amato all’inizio dell’ottobre scorso – deve riguardare non soltanto la comunità islamica, ma anche i fedeli di altre religioni che vogliano vivere stabilmente in Italia.

In questi mesi gli esperti del Comitato – presieduta da Carlo Cardia e composta anche da Roberta Aluffi Beck Peccoz, Khaled Fouad Allam, Adnane Mokrani e Francesco Zannini – hanno dunque sentito non solo i membri della Consulta e altri esponenti della comunità islamica in Italia, ma anche i rappresentanti di altre religioni come buddisti, indù, ebrei e protestanti. Voci che avrebbero fornito agli esperti – vincolati al riserbo fino alla presentazione ufficiale della Carta – vari elementi utili ad arricchire, con i propri diversi punti di vista, il contenuto del documento. Ora sarebbe dunque pronta una bozza definitiva, cui mancherebbe soltanto la precisazione di alcuni dettagli. Composta di alcune pagine, conterrebbe una serie di principi generali, espressi tuttavia con un approccio pratico.

La prima bozza – un sintetico schema proposto dallo stesso Amato, in cui si distingueva tra principi relativi alla società internazionale, a quella nazionale e ai diritti della persona – aveva suscitato il dissenso dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia, che vi vedeva un atto discriminatorio se la firma fosse stata richiesta solo ai musulmani. Altri membri della Consulta, da parte loro, avevano proposto l’esclusione dallo stesso organismo di chi non l’avesse firmata.

(21 aprile 2007)

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