La Corte di Strasburgo riesaminerà la bocciatura. Gelmini: "Riaffermate tradizioni cristiane e identità culturale del Paese" Roma – 2 marzo 2010 – La Corte europea dei diritti dell’uomo tornerà ad occuparsi dei crocifissi esposti nelle scuole. È stata infatti accolta oggi la richiesta del governo di portare il caso davanti alla Grande Camera, una sorta di secondo grado di giudizio.
Lo scorso novembre, la Corte di Strasburgo aveva accolto un ricorso presentato da una cittadina italiana di origine finlandese, Soila Lautsi. I giudici avevano stabilito che i crocifissi nelle aule non sono in linea con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, perché limitano il diritto dei genitori di educare secondo le proprie convinzioni i loro figli, così come la libertà religiosa di questi ultimi.
L’accoglimento della richiesta di rinvio alla Grande Camera non entra nel merito della questione. La Grande Camera potrebbe infatti annullare la decisione di primo grado, ma anche bocciare nuovamente l’Italia, e la sua decisione sarà inappellabile. I difensori del crocifisso a scuola sentono però aria di vittoria.
Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, esprime “soddisfazione” per la decisione di Strasburgo. ”E’ un grande successo dell’Italia – dice – nel riaffermare il rispetto delle tradizioni cristiane e l’identità culturale del Paese, ma e’ anche un contributo all’integrazione che non va intesa come un appiattimento e una rinuncia alla storia e alle tradizioni italiane”.
Per il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, “la Corte ha certificato la validità delle ragioni che sostenevano il ricorso presentato dall’Italia per impedire che nelle aule delle nostre scuole non fosse più esposto il crocifisso, simbolo della nostra identità religiosa e culturale. Strasburgo riafferma quindi il diritto alla nostra libertà di espressione oltre che al nostro credo”.
Parla di ” un atto di buonsenso che dovrebbe indurre tutti ad una riflessione” la senatrice del Pd Mariapia Garavaglia. Che aggiunge: ”la questione non e’ conclusa ma spero che, dopo la decisione di oggi, si proceda con maggiore pacatezza e meno spirito antireligioso verso quello che e’ e rimane un simbolo di fede e di pace”.
Secondo il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, la Grande Camera è “un organo di giudizio più serio e attendibile e meno esposto a colpi di mano da parte di chi vuole attentare alla sovranità degli Stati, all’identità culturale dell’Italia e dell’Europa, e ai diritti di libertà dei cittadini”. Il no al crocifisso sarebbe “l’affermazione di un diritto di prevaricazione: la maggioranza non ha più il diritto di fruire dello spazio pubblico esponendo in esso i propri simboli religiosi e culturali”.
Intervengono anche i vescovi, che parlano di “un passo nella giusta direzione”. "L’accoglienza del ricorso presentato dal Governo italiano, – afferma la Conferenza episcopale italiana – è un segnale interessante che dimostra come attorno al crocifisso si sia creato un consenso ben pi ampio di quello che si sarebbe immaginato”.
Elvio Pasca